Mille istituzioni pubbliche, a livello comunitario, centrale e locale. Una gigantesca macchina burocratica che occupa centinaia di migliaia di dipendenti e che si traduce, per l’imprenditore agricolo, in una mole insostenibile di carte, timbri, procedure che significano tempo e costi. Confagricoltura ha fatto una stima: 100 giornate lavorative di 8 ore ciascuna, un impegno medio di 2 giornate alla settimana, da dedicare alla burocrazia. Confagricoltura ha commissionato ad un team di esperti un “rapporto” sulla semplificazione in agricoltura, di cui è stata presentata una prima parte. Lo studio prende in considerazione le procedure relative a due adempimenti a cui è soggetto l’imprenditore agricolo: quelle per l’accesso ai pagamenti della Pac, e quelle per l'assunzione/gestione dei dipendenti, inclusa la sicurezza del lavoro. Contestualmente è stato avviato l’approfondimento di alcune procedure, a gestione regionale, comparando tre diverse realtà, Veneto, Toscana, Campania. Confagricoltura ha elaborato un suo Piano di azione, che si basa su due principi: la semplificazione del quadro giuridico perseguita da Bruxelles, con la creazione di una Ocm unica al posto delle attuali di settore, non deve però modificare l’impianto degli strumenti di intervento della Politica agricola comune; sono necessarie alcune modifiche ai regolamenti Pac per ridurre gli oneri amministrativi imposti agli agricoltori. Ancora più complesse le procedure di assunzione/gestione della forza lavoro. Confagricoltura chiede di rivedere il procedimento prevedendo forme semplificate. L’ultimo aspetto riguarda la sicurezza sul lavoro: procedure e obblighi disciplinati dalla normativa sono pensati per grandi aziende industriali, la cui organizzazione è distante dal settore agricolo. Confagricoltura ritiene sia possibile migliorare la legislazione, prevedendo una reale semplificazione degli adempimenti.