In vista dell’ordinanza della protezione civile che dovrebbe varare il piano di emergenza deciso dal Consiglio dei ministri del 4 maggio scorso per fronteggiare la crisi idrica nelle regioni centro-settentrionali, Confagricoltura rimarca la necessità che i provvedimenti vengano attuati nel rispetto delle priorità dell’uso dell’acqua in caso di siccità. Agli agricoltori sarà richiesta una riduzione dei consumi, lungo l’asta del Po, di circa 130 milioni di mc, l’8% rispetto ai rilasci ordinari da parte dei bacini idrici (nel 2006 è stata del 5%) e sarà gestita direttamente dai consorzi di bonifica, attraverso specifiche regolazioni della distribuzione dell’acqua. Confagricoltura chiede che i provvedimenti siano limitati nel tempo e che non siano tali da condizionare le scelte colturali degli agricoltori, tanto meno ad attività già avviate. I dati riportati nel Piano strategico nazionale 2006, evidenziano che i metodi moderni di somministrazione ammontano al 71%, di cui il 51% riferito all’aspersione (a pioggia) e il 20% alla microirrigazione.