Dopo un inverno caldo e un’estate che sembra arrivare con grande anticipo, il rischio “crisi idrica” diventa sempre più reale. E le preoccupazioni degli agricoltori sempre più forti. Confagricoltura ricorda che tra le colture più a rischio, oltre a tutta la frutta estiva (pesche, albicocche, nettarine) e agli ortaggi (meloni, angurie, melanzane) che da soli coprono oltre 250.000 ettari, per un valore della produzione di quasi 4 miliardi di euro, ci saranno in campo riso, mais e bietole rispettivamente con 230.000, 1.000.000 e 95.000 di ettari coltivati per un valore che sfiora i 3 miliardi di euro. “L’andamento climatico - dice Confagricoltura – sta diventando un problema strutturale del nostro sistema economico e nei prossimi anni sarà determinante per il reddito delle imprese agricole. Le Istituzioni devono reagire in maniera tempestiva fin da oggi". La costituzione di cabine di regia a livello regionale per monitorare la situazione dei bacini idrici o i cambiamenti del clima è, per Confagricoltura, fondamentale, ma altrettanto importante è avviare una costante attività di formazione per le imprese, dedicata alla gestione del rischio climatico ed alla economizzazione dell’acqua.