Enormi potenzialità e un mercato di grandi dimensioni per il vino e il comparto agroalimentare caratterizzano la quarta tappa del Vinitaly World Tour, la Cina, la cui nona edizione è in programma dal prossimo 29 novembre al 1 dicembre, dove il consumatore cinese conosce poco il vino in e ne fa un consumo ridotto (0,9 litri pro capite annui). “Nel 2006 l’import di vino italiano in Cina è cresciuto in maniera esponenziale, superiore al 150%” ha detto Maurizio Forte, direttore dell’Ice di Shanghai, intervenuto al Focus Cina con Giorgio Serra di Buonitalia, Don St. Pierre di ASC Fine Wine Imports e Angelo Gaja, che da 7 anni esporta la propria etichetta in Cina. “L’ostacolo più grande da superare per gli importatori è la concorrenza dei vini interni, che possiedono il 95% del mercato, una legislazione spesso ambigua e il problema della valuta, che spesso impedisce alle aziende di essere pagate in tempi utili” ha fatto notare Don St. Pierre.
Ma il recente taglio imposto ai dazi doganali porterà sicuramente ad un forte aumento delle importazioni, tra le quali l’import di vino figura, secondo i dati ICE, al secondo posto dopo il cacao e prima di formaggi, zucchero e prodotti finiti made in Italy. “I focus di Vinitaly - ha concluso Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - intendono far conoscere alle aziende i grandi mercati internazionali diversi mesi prima del Vinitaly World Tour, per dare l’opportunità di prepararsi ad affrontarli e di aderire all’iniziativa di Veronafiere. Credo che questi incontri siano una prima risposta concreta alle sfide che ci pongono i mercati in rapida espansione, quello cinese su tutti”.