Nel 2006 l’Italia si conferma non solo leader indiscusso nell’export di vino, ma si posiziona anche come 11° paese importatore. Questo emerge della prima ed esclusiva analisi “Il vino estero in Italia”, condotta da Vinitaly e Confcommercio, in collaborazione con la società di ricerca Il Numero Blu SpA di Roma, presentata da Fabio Fulvio di Confcommercio e dal direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. Quanto agli scambi mondiali di vino, solo nel 2005 il flusso ha interessato 78,7 milioni di ettolitri, con un +3% sul 2004. I dati trovano conferma nel contemporaneo aumento dell’export italiano (+6,5% nel 2006 per 3,2 miliardi di euro) nei Paesi ora più presenti sul mercato italiano, oltre che in Francia.
L’Italia, nonostante le dimensioni aziendali si attestino in media poco al di sopra di 1 ettaro, si conferma ancora una volta leader mondiale, insieme alla Francia, nella produzione e nelle esportazioni di vino, che nel 2005 si attestano rispettivamente a 50,6 milioni di ettolitri e a 15,7 milioni di ettolitri sul bilancio complessivo di approvvigionamento nazionale. Seppur con dimensioni inferiori (1,8 milioni di ettolitri) anche a livello di import l’Italia è cresciuta, triplicando i volumi negli ultimi 5 anni, ed è oggi l’11° importatore mondiale. Nel 2005, il 60-70% delle importazioni in valore è rappresentato dal vino francese, imbottigliato e di qualità (solo 67.000 ettolitri di champagne per un valore di 136 milioni di euro). A questo seguono il vino da tavola sfuso, cresciuto dal 15% al 70% negli ultimi 5 anni, proveniente da Spagna e Usa, che viene poi riesportato in Europa (quello americano), o venduto come vino da tavola “primo prezzo” nella Gdo (quello spagnolo) e, non ultimi, i vini imbottigliati e di buona qualità che arrivano dai paesi del Sud del Mondo (Argentina, Australia, Cile).