La competitività del made in Italy che fonda parte del suo successo sul territorio, il turismo e la buona alimentazione è messa a rischio dai cambiamenti climatici che provocano un’erosione dei terreni fertili delle coste ed uno spostamento di colture tipiche della dieta mediterranea per effetto della desertificazione. E’ quanto afferma Coldiretti in riferimento alle previsioni della Fao e al IV Rapporto sui cambiamenti climatici dell'Ipcc, (l'Intergovernmental Panel on Climate Change) dell'Onu che hanno evidenziato effetti devastanti per centinaia di milioni di persone. Secondo l’ultimo annuario dei dati ambientali dell’Apat le aree con sensibilità media o alta alla desertificazione coprono - sottolinea la Coldiretti - il 36% del territorio nazionale, ma sono in una situazione di criticità circa la metà del territorio della Sardegna e della Calabria. L'aumento delle temperature sta provocando la migrazione dei prodotti tipici dalle tavole italiane. Si tratta di un processo in fase avanzata in Italia dove si sta verificando uno spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture (l'olivo) arrivate a ridosso delle Alpi, le prime arachidi sono state raccolte nella Pianura Padana dove si coltivano già adesso grandi quantità di pomodoro e di grano duro. Gli effetti del cambiamento climatico - continua la Coldiretti - si fanno sentire nelle campagne con la riduzione della riserva idrica, l'aumento dell'erosione in zone collinari e alluvioni in pianura, anticipo di germogliamento per le piante coltivate, maggiore rischio per gelate tardive, aumento dell'incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti, stress idrico delle piante.