"Peggiora con un crollo del 21% il saldo agroalimentare della bilancia commerciale con l’estero per effetto dell’aumento delle importazioni da Paesi extracomunitari: dalle ciliegie dall'Argentina alle pesche dal Sudafrica, dai fagiolini del Senegal ai meloni del Brasile”. E' quanto emerge da un’analisi Coldiretti sulla base dai dati Istat sul commercio con i Paesi extra Ue nel gennaio 2007, rispetto allo stesso mese del 2006. Bisogna valorizzare i primati nazionali nell'alimentare verificando che sugli alimenti importati vengano effettuati i controlli previsti dalla legge soprattutto - sostiene Coldiretti - per il rispetto dell'obbligo di indicare origine, varietà e qualità di frutta, verdura e degli altri alimenti, nonché eventuale presenza di contaminazioni con prodotti proibiti in Italia, per prevenire rischi per la salute e concorrenza sleale. E’ necessario evitare che i prodotti di importazione realizzati spesso senza il rispetto delle stesse regole di carattere sanitario, ambientale ed etico vengano confusi con la frutta e la verdura italiana, la più sicura in Europa con il 99% dei campioni a norma di legge per la presenza di residui di agrofarmaci. L'Italia è leader nella produzione di frutta e verdura nell'Unione europea allargata, con un raccolto di quasi 30 mld di chili (25% del totale comunitario).