“La riforma Ocm è una buona riforma se si pensa all’obiettivo generale di una crescita complessiva del sistema ortofrutticolo: in un’Europa allargata a 27 paesi, è chiaro che il testo della Commissione intenda fondamentalmente dare un aiuto a chi sta più indietro. Allo stesso tempo, però, questa riforma è chiamata anche a dare piena soddisfazione a quanti in questo sistema già da tempo sono diventati grandi e che ora vogliono vedersi riconosciuto il loro diritto di poter crescere ancora “.

Con queste parole Fabrizio Marzano presidente Unaproa, Unione nazionale tra le organizzazioni di produttori ortofrutticoli agrumari e di frutta in guscio, ha concluso il suo intervento al termine della XXI Assemblea Unaproa, alla presenza dei due vice presidenti Marco Crotti e Maurizio Guerzoni e dei rappresentanti delle 145 Organizzazioni di produttori associate a Unaproa.
La mattinata di lavori è stata aperta da una relazione di Cristina Lobillo Borrero, funzionario della Commissione europea, Direzione generale Agricoltura, che ha presentato il testo della riforma Ocm, soffermandosi su alcuni aspetti quali alla centralità delle Op, il problema della dispersione dell’offerta, la gestione delle crisi e il disaccoppiamento.
“La riforma dell’Ocm – ha dichiarato Marzano – non può a nostro avviso non ‘premiare’ il fattore vincente dell’aggregazione. Nel nostro paese le organizzazioni dei produttori hanno confermato in questi anni di essere il vero fattore trainante del settore, raggiungendo quote di cofinanziamento del 4,1%, rispetto a una media europea che si attesta al 2,9%.
E’ impossibile che ora la riforma ci chieda di rimanere fermi ad aspettare chi ancora non si è aggregato”.

Unaproa è il più grande sistema aggregato d’Europa, con 145 organizzazioni di produttori associate che operano su tutto il territorio nazionale e che ogni anno sviluppano programmi al servizio di produttori e consumatori per un valore di oltre 200 milioni di euro.
La superficie agricola investita a ortofrutta è di 205.000 ettari; 7 milioni di tonnellate la produzione commercializzata (il 70% del valore della produzione commercializzata da tutte le OP italiane).
Il valore della produzione di frutta e verdura immessa sul mercato italiano è pari a 2.500 milioni di euro, che equivalgono al 25% della PLV agricola nazionale.