Forte di trent’anni di esperienza, Veneto Agricoltura presenta le previsioni vendemmiali 2006. Attività importante per il settore, come hanno sottolineato il vice presidente della Regione Veneto Luca Zaia e l’amministratore unico di Veneto Agricoltura Corrado Callegari, all’incontro di presentazione dei dati svoltosi alla Corte Benedettina di Legnaro (Pd).
“Il mercato del vino - ha sottolineato Zaia - su base globale vede il Veneto in prima fila con il 28% dell’export nazionale, seguito dal Piemonte con il 20%. E’ un mercato che si fa sempre più agguerrito e raffinato e che richiede specializzazione anche nel settore economico, con iniziative come questa”. Il vice presidente ha poi rimarcato la spiccata parcellizzazione del Veneto che nel veronese raggiunge in media i 2 ettari ed è anche minore nelle altre province (circa 71.000 aziende per 77.000 ha).
Le “previsioni vendemmiali” sono frutto di una collaborazione tra Veneto Agricoltura con Regione Veneto, Avepa, Regione Friuli-Venezia Giulia, Province di Trento e di Bolzano ed Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano.
Il professor Antonio Calò dell’Istituto di Conegliano ha affrontato l’argomento più tecnico sulla qualità “che in genere - ha segnalato il professore - sarà buona e ottima, soprattutto laddove i produttori hanno avuto modo di intervenire con una irrigazione di soccorso durante i periodi secchi, in particolare durante il mese di luglio”.

Sintesi della relazione generale
L’andamento meteorologico
Nel 2006 l’andamento meteorologico è stato caratterizzato, in estrema sintesi, da una fine inverno-inizio primavera piuttosto freddi che dappertutto, ma specie nelle zone più a nord (province di Bolzano e Trento), hanno portato a ritardi nella ripresa vegetativa. Di conseguenza la fioritura è avvenuta con qualche ritardo e, soprattutto, si è protratta nel tempo; fenomeno che ha determinato in molte zone “spargolicità”, vale a dire grappoli con acini radi non troppo grossi e dalla buccia consistente.
Nel mese di luglio si sono avute invece temperature molto elevate, accompagnate da costante assenza di pioggia. Ciò ha determinato, specie nei terreni più sciolti, nelle grave e dove non è stato possibile intervenire con irrigazioni di soccorso, stress idrici evidenti.
Il fatto, come è stato sottolineato durante l’incontro, ha aperto dibattiti e congetture sui cambiamenti climatici in atto e dimostra ancora una volta l’importanza dell’acqua disponibile nei terreni per un corretto svolgimento del ciclo fisiologico della vite.
Nel mese di agosto si è verificata un’inversione di tendenza con temporali, piogge, abbassamenti termici al di sotto della media stagionale e grandinate, le quali hanno determinato danni su zone anche abbastanza ampie: nella Doc Lison-Pramaggiore ad esempio, per un’area di circa 150 ettari.

Quali le conseguenze per i vigneti?
In forza di queste condizioni climatiche la fioritura è avvenuta con un leggero rinvio, tanto che anche la vendemmia subirà un piccolo rinvio, vista la relazione, ormai classicamente accertata, fra fioritura e maturazione dell’uva.
Le varietà precoci, infatti, iniziano ad essere raccolte in questi giorni.
Gli attacchi parassitari sono stati contenuti con una certa sicurezza, se si esclude il problema che si sta affacciando per il marciume (botritys cinerea), favorito dalle ultime piogge; attacchi, che nelle varietà con il grappolo più spargolo sono, per la verità, abbastanza contenuti.
La qualità, dal punto di vista sanitario, appare piuttosto buona e se il tempo sarà favorevole (con buona ventilazione, secco e soleggiato) nel mese di settembre, si potrà assistere ad un’ottima vendemmia.
Anche il grado zuccherino appare soddisfacente, se si escludono Trento e Bolzano, a causa dell’andamento climatico primaverile-estivo e se si escludono le uve che hanno subito stress idrici.
Le sostanze coloranti e aromatiche, sempre che si possa contare su buone escursioni termiche (come pare avvenire), saranno di ottimo livello.


Le quantità di uve previste nel Nord Est provincia per provincia


· VENETO
Vicenza: q.li 1.347.500 con un calo del 2% rispetto al 2005
Rovigo: q.li 68.959 con un aumento del 10% rispetto al 2005
Venezia: q.li 818.877 con un aumento del 5% rispetto al 2005
Treviso: q.li 3.214.730 con un calo del 5% rispetto al 2005
Padova: q.li 792.115 con un aumento del 10% rispetto al 2005
Verona: q.li 3.300.000 con un aumento del 10% rispetto al 2005
Totale Veneto: q.li 9.542.181 (nel 2005: q.li 9.329.105)
· TRENTINO-ALTO ADIGE
Bolzano: q.li 540.500 con un aumento del 15% rispetto al 2005
Trento: q.li 1.053.000 produzione che si stima invariata rispetto al 2005
Totale Trentino-Alto Adige: q.li 1.593.500 (nel 2005: q.li 1.523.438)
· FRIULI-VENEZIA GIULIA
Pordenone: q.li 739.518 con un calo del 10% rispetto al 2005
Udine: q.li 503.047 con un calo del 10% rispetto al 2005
Gorizia: q.li 237.501 con un calo del 10% rispetto al 2005
Trieste: q.li 3.635 con un calo del 10% rispetto al 2005
Totale Friuli-Venezia Giulia: q.li 1.483.701 (nel 2005: q.li 1.648.561)

TOTALE NORD EST: q.li 12.619.382 (nel 2005: q.li 12.501.104)

Nel Nord Est quindi, la vendemmia 2006 dovrebbe attestarsi complessivamente sui valori dell’anno scorso.

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Fonte: Ufficio Stampa Veneto Agricoltura ufficio.stampa@venetoagricoltura.org
Foto by: missyredboots e Kevin Connors