Inaugurato a Verona dal ministro Gianni Alemanno Vinitaly, la più grande rassegna del mondo dedicata al vino. 4.200 espositori su 80 mila metri quadrati, un numero di buyer preaccreditati in aumento del 45% rispetto allo scorso anno, 2.500 giornalisti accreditati e un pubblico di operatori sempre più numeroso e qualificato si è presentato alla prima giornata di apertura della manifestazione, che con la presenza del ministro per le politiche agricole oggi e della commissaria all’agricoltura e alle politiche rurali Mariann Fischer Boel domani si conferma piazza di incontro e di scambio di idee per costruire le politiche del settore.
“Questa edizione – ha detto il ministro Gianni Alemanno durante la cerimonia inaugurale – è importante sia perché la manifestazione festeggia il suo quarantesimo, sia per i numeri che la stanno contraddistinguendo, con una progressione negli ultimi anni significativa di un successo che non conosce flessioni. Tentativi di concorrenza ci sono stati – ha proseguito il ministro -, ma il primato di Vinitaly si è confermato, e nel mercato globalizzato le fiere o hanno questo valore o non contano”.
Per mantenere la sua centralità, però, molta strada è stata fatta da Vinitaly nel corso della sua storia. “La fiera – ha detto Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere – è cambiata nella struttura, ampliata ulteriormente quest’anno con due nuovi padiglioni da 20mila metri quadrati, e nell’organizzazione, così oggi la rassegna è diventata una piattaforma di attività e di relazioni al servizio del comparto. Vinitaly – ha proseguito Castelletti – è ora un sistema integrato che mette insieme produttori, associazioni di categoria, cooperazione, istituzioni, distributori e consumatori. Il risultato non è una manifestazione di 5 giorni, ma un prodotto che dura tutto l’anno”.
Infatti, Vinitaly è un marchio riconosciuto all’estero come sinonimo di vino di qualità. Insieme all’Ice, Istituto per il commercio estero, Veronafiere organizza il Vinitaly Tour, che porta gli operatori nazionali sui più interessanti mercati mondiali.
Vinitaly rimane comunque l’occasione di incontro tra operatori a livello mondiale, utile per fare il punto sul settore e rilanciare le tendenze espresse.
In Italia i segnali sono contrastanti, ha spiegato il ministro Alemanno nel suo discorso, nel senso che a fronte di un aumento dell’11% del valore dell’export si registrano bassi prezzi alla produzione che mettono in difficoltà i produttori. Inoltre, nonostante un calo del 5% della produzione, alcune regioni del sud hanno registrato un aumento, e questo non aiuta a sostenere i prezzi. A ciò si aggiunge una flessione dei consumi in Italia del 2%.
“E’ indispensabile sostenere la propensione ad andare sui mercati esteri – ha detto Alemanno –, ma anche il più grande produttore ha bisogno di stare in un sistema integrato. Andare sul mercato internazionale, inoltre, non è solo una prerogativa delle aziende di punta, perché la qualità si può fare anche con i vini da tavola e la richiesta estera è per tutte le tipologie di vino”.
Prossimo appuntamento per i vitivinicoltori è la riforma dell’ocm vino. Se ne parlerà nella seconda giornata con la commissaria all’agricoltura e alle politiche rurali Mariann Fischer Boel.

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Comunicato stampa Veronafiere