Il consumo enologico in rapporto alla moderna distribuzione. Di questo s'è parlato nel corso della Tavola rotonda svoltasi a Vinitaly (Verona 7-11 aprile 2005), cui hanno partecipato i principali protagonisti del settore enologico italiano.
"La distribuzione moderna e l'evoluzione del consumo enologico in Italia e in Europa", questo il titolo del convegno - moderato da Davide Paolini, noto enogastronomo - dal quale è emerso che due terzi delle vendite dei vini a denominazione d'origine passano per i canali della distribuzione moderna, con una crescita della domanda di vini di qualità nella Gdo.
Sul totale delle vendite in Italia, la grande distribuzione rappresenta circa il 60%, per un valore 1,383 milioni di euro, con un aumento del 5,4% nell'ultimo triennio.
Ugo Girardi, direttore di Indis (Istituto di ricerca di Unioncamere) ha presentato un'analisi sulle vendite di vino nella Gdo e sulla richiesta di quello italiano da parte dei paesi europei che, nel 2004, ha fatto registrare un aumento del 5% rispetto all'anno precedente.
"Abbiamo esportato vino in Europa  per 1.533 milioni di euro - ha detto Girardi - con la Germania come primo mercato di sbocco, seguita dal Regno Unito".
Quanto al mercato interno, il prezzo medio del vino venduto nei canali della moderna distribuzione si attesta intorno ai 2,5 euro.
Il consumatore sceglie supermercati e ipermercati per acquistare vino confezionato e qui si concentra il 60% delle vendite, con un più 5,4% nell'ultimo triennio.
Nel comparto dei vini da tavola primeggiano le Igt (in crescita) con il 59,5% delle vendite, a fronte del 29,1% del comparto Doc (dati A.C. Nielsen).
Sui rapporti tra produttori vitivinicoli e moderna distribuzione è intervenuto Rolando Chiossi, presidente del Gruppo italiano vini e presidente del sindacato 'Vini Fermi' di Federvini.
"I produttori hanno superato le remore nei confronti della distribuzione moderna - ha sottolineato - e i dati mostrano significativi incrementi del settore vino nella gdo, in particolare per la categoria vini fini (da 3 a 5 €) e per i formati in bottiglia da 0,750 lt (pari al 34%) e il vino rappresenta, a seconda delle catene, dal 2,5 al 5% del totale food".
Chiossi ha anche invitato a superare la visione di un rapporto conflittuale tra produttori e Gdo, a favore di una collaborazione sempre più sinergica.
Valter Vangelisti, rappresentante di Federdistribuzione, ha illustrato le strategie della distribuzione moderna. "Le statistiche mostrano che il 68% delle vendite di vini a denominazione d'origine passa per il canale della distribuzione - ha detto Vangelisti - con un 75% delle vendite di vini con prezzo inferiore 5 euro, concentrate nella fascia fino a 3 euro".
L'assortimento, dalle piccole cantine locali alle grandi aziende nazionali, varia tra le 400 e le 800 etichette, con prezzi che vanno da 1 a 100 euro. "Obiettivo della distribuzione moderna - ha concluso Vangelisti - è quello di collaborare con i produttori di vino, anche quelli più piccoli o con prodotti di nicchia, per trasformare lo scaffale vino in una piccola enoteca".
Del rapporto tra produttori vitivinicoli e distribuzione ha parlato Sergio Billi, direttore commerciale della Cantina di Soave, spiegando come "un buon rapporto tra produttori e distribuzione debba basarsi sulla ricerca dell'equilibrio tra qualità e prezzo e sulla qualità costante nel tempo".
Una formula speciale è stata studiata dalla Cantina Soave per Auchan, con una linea di vini veneti di qualità medio-alta con marchio 'Araia' che viene fornita in esclusiva.

 

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