Grande affluenza di visitatori stranieri all'edizione 2005 di Vinitaly.
Dei 143 mila visitatori presenti alla 39esima edizione della rassegna veronese, gli operatori provenienti dall'estero sono stati ben 30 mila - uno su cinque - con una crescita del 12%, pari al 21% del totale. Cifre che hanno accresciuto la fiducia degli operatori.
"Ancora una volta Vinitaly ha permesso alle aziende di fare business - afferma Luigi Castelletti, presidente di VeronaFiere - ma il nostro impegno non finisce oggi. L'internazionalizzazione della nostra attività ci porterà in maggio a Mosca con Vinitaly Russia, a ottobre negli Stati Uniti con Vinitaly US Tour, a novembre in Cina con Vinitaly China e, per la prima volta, con il marchio Vinitaly in India nel gennaio del 2006".
Positivi i giudizi degli espositori presenti alla manifestazione.
"Affluenza ottima, molto estero e grande soddisfazione dei clienti italiani", questa l'impressione di Alessandro Dal Zovo delle Cantine Sartori, che tra gli stranieri presenti cita nordamericani, giapponesi, operatori di Hong Kong, Gran Bretagna e Germania.
Numerosi i ritorni anche per le Cantine Speri - in particolare da Usa e Canada - e gli appuntamenti fissati in precedenza con Finlandia ed Europa dell'Est.
"Anche se le aspettative iniziali non erano rosee, l'affluenza è stata equilibrata e in crescendo - dice Angelo Valentini delle Cantine Lungarotti, vincitrici del Premio Internazionale Vinitaly 2005 per l'Italia - e la novità è principale è stata rappresentata da una accresciuta presenza dei Paesi Scandinavi".
"Grande Vinitaly, dal punto di vista organizzativo uno dei migliori", commenta Anna Abbona della Marchesi di Barolo, parlando dei numerosi contatti avuti con Russia, Ungheria e Cina. 
Fausto Peratoner, delle cantine La Vis, mette in evidenza il grande interesse degli operatori tedeschi, inglesi e del Nord Europa, nonché di giapponesi, russi e, a sorpresa, di neozelandesi.
"Le presenze sono state buone, e numerosi sono stati i giovani titolari di wine bar ed enoteche, gli appassionati e gli esperti - commenta Marco Caprai, produttore umbro di Sagrantino - con un'attenzione particolare da parte della distribuzione organizzata".
Questa edizione di Vinitaly ha messo in luce il momento di transizione attraversato del mondo del vino, in vista di cambiamenti strutturali e di nuove strategie per i prossimi anni.
"Sono molti i dati di ripresa - continua il presidente Castelletti - a conferma dei segnali lanciati dal ministro delle Politiche agricole e forestali, Giovanni Alemanno, durante la giornata inaugurale della manifestazione".
Cresce l'attenzione dei Paesi del Nord Europa, dove la cultura del vino è ancora tutta da costruire. Molto soddisfatti i produttori di dimensioni medio-piccole e quelli che hanno anticipato le nuove tendenze manifestate dai consumatori, ai quali bere non basta più.
È il caso dei vini della Franciacorta, in continua crescita. "Stiamo raccogliendo i risultati degli investimenti promozionali fatti nel corso degli anni - spiega Adriano Baffelli, direttore del Consorzio per la tutela del Franciacorta - che ci hanno permesso di dare ai nostri prodotti una forte identificazione con il territorio che ora viene molto apprezzata".
Espositori soddisfatti, dunque, al termine di una manifestazione che consolida il suo ruolo di vetrina internazionale del mondo vinicolo.


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