Inversione di tendenza anche per il settore avicolo, con broiler in recupero.
Brusca caduta invece per le quotazioni dei conigli, letteralmente precipitate sotto i livelli dello scorso anno.
Ma andiamo con ordine, analizzando settore per settore.
Carni bovine nella Ue
Per le carni bovine europee i dati messi a disposizione dalla Commissione europea confermano il trend negativo già visto nelle scorse settimane.A deprimere i mercati contribuisce l'emergenza da Covid-19, con la conseguente chiusura della ristorazione collettiva, che rappresenta un importante mercato di sbocco per le carni.
Ma mentre il prezzo della carne scende, aumenta al contrario il prezzo corrisposto agli allevatori per il bestiame vivo.
Difficile interpretarlo come un segno di svolta, data la situazione dei consumi. Semmai un rintracciamento dei prezzi, peraltro insufficiente a recuperare il crollo dell'ultimo mese (con discese superiori al 10% per alcune tipologie), mentre resta alto il divario con i prezzi dello scorso anno.
Chi sale e chi scende
Il mercato delle carni bovine resta dunque in affanno a dispetto della minore produzione europea, che ha chiuso il 2019 con un calo superiore all'uno percento.A guidare i paesi con la maggiore flessione nella produzione di carne troviamo la Bulgaria, seguita dalla Grecia e dalla Romania.
Aumenti si registrano invece a Cipro (+6,4%), in Lussemburgo (+5,4%) e in Spagna (+4,0%).
L'Italia, come si nota nel grafico che segue, fa parte dei paesi dove la produzione di carne bovina è in diminuzione (-3,6%).
Attenti all'import
Che si tratti di una congiuntura di mercato difficile per le carni bovine lo conferma l'analisi dell'import/export europeo.Nel gennaio di quest'anno le esportazioni europee verso i paesi terzi sono aumentate in misura significativa, mentre al contempo si è ridotta la quota di import (circa 30mila tonnellate contro le oltre 36mila del 2019).
Due fattori che insieme avrebbero dovuto dare respiro ai prezzi di mercato, cosa che non è avvenuta.
Un segnale preoccupante, che apre alla possibilità di una lunga stagione di prezzi in caduta.
Carne bovina, bene l'Italia
In Italia il comparto bovini da carne sembra tuttavia godere di miglior salute e il prezzo dei vitelloni continua ad essere tonico e a mantenersi più elevato di quello dello scorso anno.La media dei prezzi in febbraio, calcolata da Ismea, indica per questa tipologia una quotazione media di 2,47 euro al chilo (peso vivo), con un aumento rispetto al 2019 dell'1,8%.
Si conferma così una tendenza che prosegue senza interruzioni dalla scorsa estate.
Prezzi medi mensili dei vitelloni
(Fonte: © Ismea)
Suini a due velocità
Riprende tono il mercato della carne suina, dopo la pausa di inizio febbraio, quando le quotazioni sembravano aver perso energia.Il prezzo medio in Europa si colloca nella prima settimana di marzo a 195,6 euro al quintale, con un aumento sia rispetto alla settimana precedente (+1,6%), sia rispetto a febbraio (+6,4%).
Il confronto con lo scorso anno continua così ad essere elevato, con prezzi oggi superiori di oltre il 40% rispetto ai 12 mesi precedenti.
Segnali di allarme
A differenza di quanto accade sul mercato europeo, per la suinicoltura italiana è iniziata già da inizio anno una caduta dei prezzi che è proseguita in febbraio, con il prezzo medio dei suini da macello fermo a 1,43 euro al chilo.La tendenza al ribasso è poi proseguita nelle prime tre settimane di marzo, per fermarsi a 1,35 euro al chilo di peso vivo.
Resta comunque elevato il divario con lo stesso periodo dell'anno precedente, superiore al 26%.
Continua però ad essere alto il prezzo dei suinetti da allevamento (3,16 euro al chilo), con aumenti significativi anche nel breve periodo.
Segno che gli allevatori sono propensi ad aumentare ulteriormente la produzione.
Cosa che potrebbe innescare una spirale al ribasso, specie ora che l'emergenza sanitaria sta compromettendo i normali cicli di acquisto e consumo.
Prezzi medi mensili dei suini da macello
(Fonte: © Ismea)
Bene gli avicoli nella Ue
Chi sembra godere di una stagione positiva sia sul mercato interno sia su quello europeo è il comparto avicolo.Per i broiler i prezzi medi europei della prima settimana di marzo fanno segnare incrementi sensibili, sia rispetto al mese precedente (+2,2%) sia allo stesso periodo dello scorso anno (+5,2%).
Merito del buon andamento dei consumi, ma anche dei numeri positivi che giungono dal fronte delle esportazioni.
Nel 2019 sono uscite dalla Ue verso i paesi terzi 1,91 milioni di tonnellate di carni avicole, con un aumento del 7,6% rispetto al 2018.
Bene i polli, male i conigli
Sul mercato italiano i prezzi dei polli allevati a terra hanno segnato in febbraio un deciso aumento (+4,1% rispetto a gennaio). Lo evidenziano le analisi del Crefis, il Centro di ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.Analisi che colgono tuttavia anche qualche aspetto negativo per alcuni comparti, come quello del tacchino, il cui prezzo arretra del 5,4%.
Ancor più preoccupante il calo subìto dal prezzo dei conigli. Un vero e proprio tracollo di oltre il 20%.
Facile individuarne le cause dando un'occhiata all'andamento dell'import/export.
Nel 2019 si è avuto un aumento delle importazioni di oltre il 15% in valore e di circa il 14% in quantità.
Al contempo le esportazioni sono crollate del 34%.
Situazioni che hanno favorito il crollo dei prezzi e che si prestano a immaginare scenari di mercato tesi a favorire la caduta delle quotazioni in questo comparto.
Meccanismi che sembrerebbero così sfuggire al controllo della Cun conigli, la Commissione unica nazionale per la definizione dei prezzi.
Prezzi degli avicunicoli (variazione% febbraio 2020 - gennaio 2020)
(Fonte: © Crefis)
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri della carne" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.