Sembrerebbe avviarsi verso una soluzione la vicenda della nuova perimetrazione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricole in regione Campania, dove, come noto, per effetto della delibera di giunta regionale n. 762 del 5 dicembre 2017 e grazie all’ormai terminato iter di Valutazione ambientale strategica e Valutazione d’incidenza del nuovo “Programma d’azione per le zone vulnerabili ai nitrati”, stanno per entrare sostanzialmente le nuove zone vulnerabili, che si portano da 58mila a 316.470 ettari, pari al 23,15% della superficie totale regionale: praticamente tutte le aree di pianura della regione a zootecnia forte. Nei giorni scorsi, infatti, il consigliere delegato per l’Agricoltura Nicola Caputo ha annunciato l’approvazione in giunta regionale del “Piano straordinario” per dotare di impiantistica adeguata il comparto bufalino, così da consentire agli allevamenti di rispettare, dal prossimo primo marzo, il nuovo limite di 170 chili di azoto per ettaro anno, previsto ordinariamente per le zone vulnerabili.

Finalmente parte il programma straordinario che consentirà al comparto bufalino di dotarsi di impianti collettivi a tecnologia avanzata per il trattamento dei reflui zootecnici che costituiscono all’attualità una delle principali emergenze della nostra agricoltura – dice Nicola Caputo, consigliere del presidente Vincenzo De Luca per l’agricoltura - Si tratta di un passo fondamentale per dare prospettive di crescita e di sostenibilità al processo produttivo della mozzarella di bufala campana, il nostro prodotto Dop più importante, che viaggia verso il miliardo di euro di valore alla produzione e dà lavoro a 20.000 persone in Campania”.

Il primo step sarà la raccolta dei progetti: “Per il finanziamento degli impianti con le tecnologie indicate nel programma straordinario, a breve sarà emanata una manifestazione di interesse con l’obiettivo di raccogliere le proposte progettuali di partenariati pubblico-privati operanti all’interno delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola”. 

La regione Campania ricorrerà poi all’intervento del Fondo sviluppo e coesione, secondo una precisa road map: “Questo condurrà alla definizione di un accordo di programma quadro finanziato con risorse nazionali e regionali, secondo la procedura definita nel Decreto ministeriale 5046/2016 sull’utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici e dei digestati" sottolinea il consigliere per l’agricoltura.

Secondo quanto dichiara Caputo “Obiettivo del programma è quello di assicurare, attraverso la realizzazione degli impianti collettivi, una capacità di trattamento dei reflui provenienti da 70.000 capi adulti, pari al 30% circa della popolazione bufalina nelle zone vulnerabili, consentendo quindi al comparto bufalino in Campania di allinearsi alle performances di altre aree ad elevata densità zootecnica del territorio nazionale”.

Con questo provvedimento - conclude Nicola Caputo - la regione risponde direttamente alle esigenze del comparto bufalino alle prese con l’annoso problema dei reflui zootecnici. La nuova impiantistica consentirà di proteggere le acque dall’azoto in eccesso, gli impianti consentiranno il recupero attraverso il compostaggio della frazione organica che rappresenta una risorsa preziosa per la fertilità dei nostri suoli agricoli, in un’ottica virtuosa di economia circolare”.