A lanciare l'allarme sul miele cinese è Unaapi, l'Unione nazionale associazioni apicoltori italiani, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera al ministro Centinaio, firmata dal suo presidente Giuseppe Cefalo, in cui chiede di prendere provvedimenti per fermare l'importazione di un prodotto che l'associazione ritiene una vera e propria frode alimentare.

Il caso del miele cinese contraffatto, o addirittura 'artificiale' era già scoppiato a fine 2017 dopo un servizio di Striscia la Notizia in cui si mostravano delle 'fabbriche di miele' dove veniva illustrato il processo produttivo.

Una problematica già sentita in Europa e che aveva portato nel 2015 gli apicoltori sloveni, ungheresi e slovacchi ad organizzare a fine ottobre una manifestazione a Bruxelles per chiedere il blocco delle importazioni di miele dalla Cina.

Come si spiega nella lettera, la normativa sulla produzione del miele, e la definizione stessa di miele è diversa in Cina e in Europa.

Da noi, secondo la direttiva 2001/110 CE, il miele deve essere il prodotto delle api, maturato in alveare, a cui è vietato aggiungere sostanze estranee o anche eliminare componenti specifiche, come ad esempio il polline o altre sostanze.

Una definizione che non è prevista dalla normativa cinese, che lascia spazio a lavorazioni industriali che possono modificare sensibilmente il prodotto.

Per Unaapi, poi, un altro aspetto che fa pensare alla frode è il fatto che negli ultimi anni la produzione di miele cinese non ha conosciuto crisi o problematiche, come quelle che interessano le produzioni apistiche di tutto il mondo.

Negli ultimi quindici anni, come riporta Unaapi, la produzione del miele cinese è in costante e stabile aumento, senza significative variazioni del numero di alveari, con un aumento significativo delle esportazioni anche nell'Unione europea, dove ormai la Cina è il principale importatore.

E il numero delle frodi alimentari rilevate sul miele in Europa e non solo, è alto, tanto che negli Stati Uniti è stato visto che il miele è il terzo alimento dopo il latte e l'olio di oliva ad essere oggetto di frodi e adulterazioni.

Una richiesta, quella di Unaapi che certo non può essere bollata come protezionistica, dal momento che l'associazione non fa alcun riferimento e non muove alcuna critica ad altri paesi grandi importatori di miele, anche extra comunitari, come Ucraina, Messico o Argentina.

Una richiesta legittima, che va nell'ottica di tutelare produttori e consumatori e di cui cercheremo di seguire gli sviluppi.