A mettere l'accento sulla difficoltà del settore ora è Conapi, il Consorzio nazionale apicoltori, fondato nel 1985 e diventato la più importante cooperativa di apicoltori a livello nazionale e non solo, con oltre 600 gli apicoltori e più di 90mila alveari in tutta Italia, in gran parte biologici, da cui provengono mediamente oltre 2.500 tonnellate di miele all'anno.
Come ricorda Conapi presentando i dati produttivi di quest'anno, per quanto persistano fenomeni di avvelenamento delle api, quello che ha influito più duramente sulla produzione di miele è stato l'andamento climatico.
I più colpiti sono i raccolti di acacia al Nord, seguiti da una battuta d'arresto, generalizzata, della produzione di millefiori che, negli anni passati, aveva mitigato in parte la carenza di altri mieli.
Analizzando le capacità produttive degli ultimi tre anni, l'acacia nel 2017 ha raggiunto il minimo storico con un -30% rispetto al 2016 e un -70% rispetto al 2015, un anno considerato di media produzione.
Con la campagna 2017 non si sono dunque potute arginare le consistenti perdite del 2016 e molte aziende apistiche registrano risultati negativi che mettono a rischio la loro tenuta.
Tiene la produzione di agrumi che, dopo il dimezzamento del raccolto avvenuto nel 2016, registra un incremento anche rispetto al 2015, anno di media produzione. Sono stati buoni i raccolti di alta collina e montagna, come castagno e tiglio di montagna, che hanno risentito meno della siccità, mentre è quasi azzerato quello di melata, conosciuto anche come miele di bosco.
E' quasi sparita anche la produzione di tiglio dell'Emilia Romagna, una referenza molto apprezzata. Ma il dato negativo che più sorprende è certamente quello del millefiori: questo miele è sempre stato considerato una risorsa importante poiché, avendo origine da fioriture diverse, ha sempre dato più opportunità di essere raccolto.
Per i millefiori, la siccità di questa lunga estate ha determinato una diminuzione pari al 20%, facendo venir meno quella riserva di prodotto con cui le aziende apistiche avrebbero potuto colmare le perdite dei monoflora.
E anche se i risultati definitivi del raccolto saranno completati alla fine dell'anno, si ipotizza una diminuzione complessiva di produzione del 70%, come ha ricordato Diego Pagani, presidente di Conapi. Una previsione legata anche ad una minore spinta produttiva delle api riscontrata negli ultimi anni.
Infatti complessivamente aumenta il numero degli alveari e diminuisce la media di raccolto per famiglia. E questo di conseguenza porta anche ad un aumento dei costi di gestione e allevamento per produrre anche meno miele, con una ricaduta pesantissima sul reddito degli apicoltori.
La carenza di prodotto comporterà poi un inevitabile aumento dei prezzi che potranno raggiungere, per alcuni raccolti, il 15-20%.
Per questo, come sottolinea Conapi, c'è il timore anche di un incremento delle frodi che il consorzio si augura possano essere efficacemente contrastate da un'attenta vigilanza delle forze dell'ordine preposte.
Tema, quello delle frodi, più che mai in voga in questi giorni, dopo il video di Striscia la notizia che sta facendo il giro del web, che dimostrerebbe delle adulterazioni fatte con sciroppi artificiali di produzione cinese e che sta facendo sollevare appelli a un consumo consapevole da parte di tutte le associazioni apistiche.
Per chi fosse interessato il video è disponibile sul sito di Striscia la notizia.
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Fonte: Conapi - Consorzio nazionale apicoltori
Autore: Matteo Giusti