Sulla rottura delle trattative sul prezzo del latte, dopo l’abbandono nei giorni scorsi del negoziato da parte delle organizzazioni agricole per un’offerta non adeguata alle richieste da parte dell’industria di trasformazione, l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha scritto oggi al ministro delle Politiche, Maurizio Martina, chiedendo “la convocazione di un tavolo che aiuti e guidi le parti nella definizione di un prezzo equo del latte”.

Nella lettera, Fava chiede al “ministro lombardo” Martina un “intervento straordinario sia nell’intensità che nei modi”. Ciò significa, appunto, “la convocazione di un tavolo nazionale in cui tutta la filiera, permettendomi di suggerirti la partecipazione anche delle Distribuzione Organizzata, che metta nelle condizioni le parti di raggiungere un accordo che non può più essere considerato funzionale solo al mondo allevatoriale, ma a tutto il settore”.

La situazione di stallo, scrive Fava, “non è più sostenibile e le parti non sembrano nemmeno in grado di avvicinarsi ad un punto di equilibrio”. Inoltre, “è nuovo il momento storico in cui sta avvenendo”. Dalla crisi economica che sta colpendo anche i consumi del settore agroalimentare, all’embargo russo, alla liberalizzazione totale dal prossimo 1 aprile 2015.

Il reale rischio che stiamo correndo – scrive Fava al ministro Martina - è quello di arrivare alla fine del regime delle quote con un sistema latte Italia in frenata, mentre nel centro nord Europa si registrano incrementi di produzione anche a doppia cifra”.

I problemi, peraltro, non riguardano solamente il comparto allevatoriale. “Se fino agli scorsi anni i flussi di importazione riguardavano il latte sfuso – afferma l’assessore lombardo all’Agricoltura - oggi questo trend è in diminuzione mentre è in preoccupante aumento il flusso di prodotti lavorati e confezionati”, mettendo “in seria difficoltà anche la parte agroindustriale della filiera”.