Sono 2.215 i comuni che hanno adottato fino ad ora delle delibere per chiedere di sostenere e difendere il marchio Made in Italy e di vietare per legge il finanziamento pubblico di prodotti realizzati all’estero di imitazione, ai quali si aggiungono le delibere adottate da 12 regioni, 26 province, 41 Camere di Commercio  e 119 tra Comunità Montane, Consorzi di Tutela e altri enti come Unioncamere. 

Lo ha reso noto l’alleanza per il Made in Italy promossa dalla Coldiretti, in piazza Montecitorio a Roma, insieme alle associazioni dei consumatori e degli ambientalisti, ai cittadini e ai rappresentanti delle Istituzioni a livello nazionale, regionale e locale, a partire dai Sindaci con trecento gonfaloni. 

Migliaia di manifestanti cappelli, bandiere e foular della Coldiretti issano cartelli “Con i soldi dello Stato si licenza in Italia e si assume in Romania”, con “l’Imu gli italiani finanziano il pecorino rumeno” ma anche “No agli Ogm che uccidono il Made in Italy” per esprimere della contrarietà della piazza le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Corrado Clini al Corriere della Sera che sono ritenute in contrasto con l’opinione della maggioranza degli italiani e un danno per l’agroalimentare italiano.

Per l’occasione la Caciotta e il Pecorino prodotti completamente in Romania da una società partecipata dello Stato italiano sono stati portati per la prima volta dal presidente della Coldiretti Sergio Marini in piazza “in bella vista” a disposizione delle Autorità e dei cittadini. 

Un esempio eclatante in cui lo Stato favorisce la delocalizzazione e fa concorrenza agli italiani sfruttando il valore evocativo del marchio Made in Italy che è il principale patrimonio del Paese ma è spesso banalizzato, usurpato, contraffatto e sfruttato.