“Un passo avanti nel rafforzamento della sicurezza della catena alimentare della Ue.” Così il Commissario europeo per la Salute, John Dalli, ha commentato la decisione della Commissione di introdurre negli allevamenti di bovini l'identificazione elettronica degli animali. Con l'applicazione sottocutanea di un microchip, come già avviene per molte specie animali da compagnia, come ad esempio i cani, sarà possibile identificare con precisione e con facilità ogni animale. Oggi l'identificazione, obbligatoria ai fini del controllo della filiera bovina e per la gestione dell'anagrafe bovina, si effettua con l'apposizione di marche auricolari nelle quali sono riportati i dati dell'allevamento e dell'animale. Molti i loro limiti, dai problemi di lettura che obbligano ad avvicinarsi agli animali (si pensi alle difficoltà per quelli all'aperto), ai frequenti smarrimenti di queste targhette che con una certa facilità possono staccarsi. Per di più tutte le operazioni di registrazione dei dati vanno compiute manualmente, cosa che avviene spesso con ritardo. La sostituzione delle marche auricolari con i microchip evita questa serie di inconvenienti, in quanto la lettura può avvenire ad una certa distanza dagli animali e i dati raccolti possono essere immediatamente trasferiti al centro di gestione dell'anagrafe, che per l'Italia è presso l'istituto Zooprofilattico G. Caporale di Teramo. Anche l'inserimento del microchip è cosa quanto mai semplice, veloce e indolore. A questi vantaggi l'identificazione elettronica aggiunge quella di essere un deterrente all'abigeato, come si definisce il furto di animali. La semplificazione delle procedure di registrazione dovrebbe poi riflettersi in una significativa riduzione dei costi di gestione.
Le tappe
Il passaggio dal vecchio sistema non è però cosa semplice, tanto che la proposta della Commissione prevede che l'introduzione dell'identificazione elettronica avvenga su base volontaria, lasciando ai singoli stati membri la decisione di introdurre un regime obbligatorio a livello nazionale. Ora la parola passa al Parlamento Europeo e al Consiglio e la data di introduzione del nuovo sistema dipenderà dai tempi con i quali queste due istituzioni europee si esprimeranno.