'Abbiamo presentato a tutta la filiera del latte una bozza di provvedimento sull’etichettatura obbligatoria d’origine del latte. Auspichiamo per l’approvazione tempi  coerenti con le esigenze del mercato”.Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, parlando con i giornalisti dopo la conclusione del tavolo di filiera che si è svolto oggi'.
Dopo aver raccolto e valutato le osservazioni che le rappresentanze del settore riterrà opportuno fare, trasmetteremo la  bozza alla Commissione europea per l’esame di competenza.
'Questo provvedimento sarà una rivoluzione trasparente', ha detto Zaia, 'per il latte italiano e i suoi derivati che garantirà i produttori e i consumatori'.
'L’etichettatura darà tranquillità a tutti i consumatori, il 75 % degli italiani dichiara di essere disposto', ha continuato il ministro, 'a spendere di più per i prodotti alimentari pur di avere la certezze dell’origine della materia prima'.
'Il comparto del latte, che per noi vuol dire soprattutto formaggi, sta attraversando una crisi strutturale,  a causa della crisi. E da qualche mese esportiamo il 15% di formaggi in meno. Le risposte che la Commissione vuole mettere in campo non ci soddisfano e non possono soddisfarci perché appunto non tengono in considerazione il comparto caseario. Noi abbiamo 34 formaggi Dop che devono, questo prevedono i disciplinari, essere prodotti con latte locale. Parlo del Parmigiano Reggiano, del Grana Padano, dell’Asiago, del Taleggio e di tanti altri formaggi dell’eccellenza italiana'.
'E’ nostro dovere difenderli e per questo chiediamo all’Europa', ha proseguito Zaia, 'di non spendere 1,2 mld di Euro tra il 2009 e il 2010 solo per il latte in polvere e il burro ma anche per i formaggi'.
'Per questo l’Italia ha votato nel Consiglio dei Ministri dell'agricoltura dell’Unione Europea, in solitudine ma con orgoglio, contro la proposta fatta dal Commissario Mariann Fischer Boel di affrontare la situazione ritirando solo latte in polvere e burro. E’ evidentemente una soluzione insufficiente, che', ha proseguito Zaia, 'non tiene conto della crisi strutturale del settore e delle esigenze degli allevatori europei, e ancora meno di quelle degli allevatori italiani. Ribadiamo anche la nostra proposta di investire in una ristrutturazione del comparto che parte da una selezione delle stalle, attraverso lo strumento dell’accompagnamento fuori dal mercato quelle aziende, migliaia in Europa, che già oggi si trovano in situazioni marginali e che inevitabilmente, nel tempo, usciranno dal mercato'.