Sicura, controllata, certificata. Nata, allevata e macellata in Italia. E per nulla una carne bovina di serie B, se preparata con i dovuti accorgimenti e con una frollatura di qualche giorno superiore alla carne di vitellone.
E' la carne di vacca, normalmente utilizzata per la preparazione di hamburger e che la crisi dei consumi alimentari e la stretta economica con la quale le famiglie devono fare i conti sta rilanciando anche sotto altre forme. A partire dalla tagliata o dal roast beef.
L’utilizzo della carne di vacca è senza dubbio più diffuso all’estero che in Italia. Sia sotto forma di hamburger, prodotto che nella tradizione italica della dieta mediterranea non ha mai conquistato pienamente il consumatore di casa nostra, nonostante la diffusione dei fast-food (peraltro sempre frequentatissimi, anche per il rapporto qualità/prezzo). Ma la carne di vacca adulta è apprezzata anche nel piatto, come tagliata o appunto roast beef, soprattutto utilizzando il posteriore dell’animale. I consumi sono destinati ad aumentare.
Il trend di crescita, segnato già con la seconda metà del 2008 (e che ha avuto ripercussioni positive con effetto trainante anche sul versante del prezzo, salito di oltre l8 per cento sull’anno precedente), non accenna ad invertire la rotta, anzi.
Secondo l’Osservatorio di Eurocarne, la 24ª edizione del Salone internazionale delle tecnologie per la lavorazione, conservazione, refrigerazione e distribuzione delle carni, in programma a Veronafiere dal 21 al 24 maggio, organizzato in collaborazione con Ipack-Ima Spa e promosso da Assofoodtec, le macellazioni di vacche potrebbero aumentare rapidamente anche oltre il 20-25 per cento.
E sono in molti a prevedere un aumento sensibile nelle macellazioni di carne di vacca. A sostenerlo, fra gli altri, anche Vittorio Botti, presidente di Comal, la società che è il braccio commerciale dell’Associazione mantovana allevatori, una delle più accreditate d’Italia.
'Nel 2008 abbiamo macellato oltre 6.100 vacche a fine carriera', osserva Botti, 'ma pensiamo nel giro di un paio d’anno di superare gli 8.500 capi, con una progressione di oltre il 35 per cento'. Fra i vantaggi ottenuti dai soci della cooperativa virgiliana, anche un premio aggiuntivo pagato direttamente da Mc Donald’s attraverso il Gruppo Inalca-Cremonini.
'Con Mc Donald’s', specifica il direttore di Comal dell’Associazione mantovana allevatori, Isalberto Badalotti, 'abbiamo proprio un accordo col marchio Italialleva specificatamente sugli anteriori di vacche grasse, che sta dando soddisfazione ad entrambe le parti. Riteniamo infatti che le macellazioni di vacche da latte nei prossimi 12-18 mesi avranno una spinta notevole, provocata sia dalla assoluta sicurezza alimentare, in quanto si tratta di carne di animali inseriti proprio nel circuito controllato e garantito “Italialleva” e in parte purtroppo per i prezzi bassi del latte'.
Di questo boom della vacca nel piatto parla anche Fabrizio Guidetti, direttore generale di Unipeg, il primo macello cooperativo d’Italia. 'E’ un prodotto sano, certificato, assolutamente nutriente e gustoso, apprezzato moltissimo all’estero. Una struttura come la nostra', specifica Guidetti, 'è già sulla strada di prevedere catene apposite. Ma oltre non posso dire, se non che il consumo di carne di vacca aumenterà in misura interessante'.