“Chiarezza e trasparenza. Per questo ho scritto agli allevatori italiani e nella lettera troveranno spiegato, punto per punto, il provvedimento sulle Quote latte. Ora, chi ha falsamente sostenuto che fosse una norma per pochi, dovrà spiegare proprio agli allevatori perché ha raccontato una bugia”. Lo ha detto - informa un comunicato stampa del Mipaaf - il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia a proposito della lettera inviata a 40 mila allevatori italiani, in vista della prossima assegnazione delle quote latte.
 
Nella lettera - sottolinea la nota - il ministro spiega il provvedimento nel dettaglio e sottolinea come “non si è trattato di una sanatoria, poiché gli interessi che gli allevatori dovranno pagare arrivano al 7,2%”.
Il provvedimento - è scritto nella missiva - si basa su tre principi fondamentali: non aumentare la produzione di latte: si consegue attraverso la distribuzione di 760 mila tonnellate di quota ad aziende che potranno in questo modo regolarizzare la propria produzione di latte esistente, come di seguito riportato: 6800 aziende produttrici di quota “b”; 4600 aziende con quote in affitto; 9200 aziende produttrici fuori quota; non prevedere alcuna sanatoria. si impone
alle aziende multate il pagamento di un miliardo e 671 milioni di euro di multa con i seguenti vincoli: rateizzazione della multa a titolo oneroso (tasso di interesse attualmente pari al 5,6% per debiti compresi tra 25 mila e 100 mila euro; tasso di interesse attualmente pari al 6,4% per debiti compresi fra 100 e 300 mila euro; tasso di interesse attualmente al 7,2% per debiti superiori a 300 mila euro); rinuncia ai contenziosi per le multe esigibili relative alle quote latte; pagamento della prima rata entro il 31 dicembre prossimo; blocco dei pagamenti pac aziendali fino al pagamento della prima rata; perdita della quota assegnata in caso di mancato pagamento di una sola rata; revoca della quota con efficacia retroattiva della campagna in corso.
 
Sostenere economicamente le aziende che si sono indebitate acquistando quote. A tale riguardo è stato istituito un Fondo alimentato con 45 milioni di euro più la differenza fra gli interessi tra quello che pagano i rateizzandi e i Titoli di Stato. Attraverso l’intervento del fondo sarà possibile ristrutturare da subito i debiti delle aziende che hanno comprato quote dopo il 2003 per un ammontare minimo complessivo di 585 milioni di euro, come convenuto con l’Unione europea.
Successivamente, conversando con i giornalisti ad Ariccia, il ministro ha aggiunto che nella lettera ha indicato anche il suo numero di telefono "e mi sono gia' arrivate - ha detto - 5-600 telefonate per ringraziarmi".