Ogni anno nella Ue 60 milioni di animali salgono su un mezzo di trasporto per giungere agli allevamenti di destinazione oppure agli impianti di macellazione. Un “traffico” intenso che riguarda tutti i paesi europei e in particolare l’Italia, costretta ad importare milioni di vitelli da mettere all’ingrasso nelle nostre stalle. Per disciplinare questa materia, e soprattutto per assicurare il rispetto del benessere degli animali trasportati, nel gennaio 2005 la Ue ha emanato un regolamento che sancisce i punti cardine da rispettare. In particolare si è stabilito che il viaggio degli animali non possa superare le 8 ore, durata oltre la quale è necessario un periodo di riposo prima di riprendere il viaggio. Tempi e modalità del trasporto variano a seconda della specie animale interessata e molti sono gli adempimenti burocratici da rispettare per non incorrere in una infrazione.
Al costo del trasporto si sono così aggiunti oneri amministrativi per la compilazione dei registri di viaggio che sono particolarmente complicati nei lunghi tragitti, costi che sono più alti in Italia (39 milioni di euro), seguita da Francia (34.6 milioni di euro), Paesi Bassi (27.4 milioni di euro) e Irlanda (24.5 milioni di euro). Sono queste le cifre evidenziate dalla “Valutazione di impatto” che accompagna la proposta della Commissione per la modifica dell'attuale regolamento sul trasporto degli animali, i cui costi burocratici sono ritenuti troppo elevati.

 

Le modifiche

Per ridurre gli impegni amministrativi la proposta della Commissione prevede fra l’altro la raccolta dei dati di viaggio attraverso sistemi di navigazione satellitare, collegati al database Traces e contestualmente l’aumento a 9 ore come tempo massimo di trasporto ininterrotto. Per contro viene proposto di limitare a 20 ore il tempo complessivo di viaggio, che potrebbe riprendere solo dopo una sosta di 9 ore in centri opportunamente attrezzati per somministrare agli animali acqua e mangime. I regolamenti in vigore prevedono invece che gli animali possano viaggiare per 29 ore nel caso dei ruminanti e 24 ore per cavalli e suini. E’ anche previsto l’aumento dello spazio a disposizione degli animali, cosa che consentirebbe di migliorare lo stato di benessere degli animali trasportati.

 

Costi in aumento

Se da una parte si riducono i costi burocratici, le proposte in esame comportano però un aumento dei costi complessivi e penalizzano in particolare i Paesi della Ue più “periferici” e che potrebbero perdere competitività per la contrazione a 20 ore del tempo massimo di trasporto al quale far seguire un fermo nelle stalle di sosta. Si obietta anche che il carico e scarico degli animali rappresenta per gli stessi una fonte di stress forse anche più dannosa rispetto al proseguimento del viaggio.
Ad essere interessati alla proposta della Commissione sono circa 60 milioni di capi di bestiame dei quali solo un terzo destinato al macello, mentre il rimanente è rappresentato da animali che proseguono il ciclo di allevamento, destinanti in gran parte a Italia e Germania.

 

In attesa del Parlamento

La proposta della Commissione, che sarà pubblicata a breve e comunque entro la primavera, dovrà poi andare al vaglio del Parlamento ed è assai improbabile che possa esserci un pronunciamento prima delle prossime elezioni. La “partita” è dunque destinata a passare nella seconda parte dell’ anno, quando la presidenza della Ue sarà assunta dalla Svezia. Sarà interessante osservare quanto peserà sulle decisioni finali la presidenza di un Paese che ha sempre riservato grande attenzione ai temi del benessere animale.