'Il settore della zootecnia bovina da carne è fortemente penalizzato del crollo del mercato delle pelli, che comporta un mancato reddito stimato in circa 30-40 euro per capo macellato. Su base nazionale la perdita di fatturato è di circa 150 milioni di euro all’anno'.
Lo denuncia il presidente del settore Zootecnico di Fedagri-Confcooperative Giuseppe Borin, il quale auspica che 'vengano presi provvedimenti per evitare che la pelle, da prodotto pregiato, fonte di materia prima per importanti settori del made in Italy (scarpe, pelletterie, arredamento ecc.), diventi sottoprodotto da smaltire'.
'C'è bisogno di aiuto', prosegue Borin, 'ma soprattutto di prospettive certe per il futuro, ottenibili con scelte di politica economica specifiche per il settore zootecnico, a cominciare dall'applicazione nazionale della riforma Pac. In particolare, devono essere mantenuti i diritti storici zootecnici escludendoli dalla 'regionalizzazione', devono essere  inoltre programmati specifici interventi in applicazione dell'art. 68'.
'Infine', aggiunge Borin, 'con l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 194 del 12 dicembre scorso le tariffe veterinarie hanno subito un aumento superiore al 30%, che comporta notevoli difficoltà per le aziende che usufruiscono dei controlli sanitari ufficiali. E' necessaria una sospensione del provvedimento ed una successiva revisione'.