La comparsa di focolai di peste dei piccoli ruminanti in Marocco è stata oggetto di allerta per gli Stati Membri già dall'agosto del 2008.
Per la prima volta, la scorsa estate, si era registrato in Marocco un focolaio epidemico, chiara indicazione che la PPR ha ormai superato la naturale barriera del Sahara e può rappresentare una grave minaccia per tutti i paesi nordafricani.
La circostanza ha determinato ora l'adozione di un finanziamento urgente da parte della Commissione Ue, che fornirà alle autorità marocchine i vaccini. La procedura d'appalto si concluderà entro il 31 maggio di quest'anno.
La malattia, per la quale la Direzione Generale di Sanità Animale e del Farmaco Veterinario aveva invitato anche i veterinari liberi professionisti a vigilare sui sintomi in territorio nazionale, qualora arrivasse nella Comunità 'avrebbe conseguenze molto serie', dice la Commissione, 'e quindi deve essere evitata'.
La peste dei piccoli ruminanti (PPR) è una malattia dei piccoli ruminanti altamente infettiva e contagiosa, molto simile alla peste bovina (Rinderpest). Nel corso dell'ultimo decennio tale malattia ha mostrato una chiara tendenza alla diffusione sia in Africa che in Asia.
La peste dei piccoli ruminanti è controllabile attraverso la vaccinazione; è disponibile un vaccino che protegge contro tutti i sierotipi e consente una protezione a lungo termine da tale malattia.
La Commissione europea ha quindi deciso di 'sostenere gli sforzi del Marocco volti a controllare la malattia e a impedire che essa diventi endemica in tale paese, nonché assicurare al Marocco la disponibilità di vaccini per la campagna di vaccinazione'. Già la scorsa estate, nonostante la chiusura del mercato di animali vivi dal Marocco verso l'Ue, la Commissione europea aveva ritenuto necessario mettere in allarme i servizi veterinari dei Paesi Membri, principalmente quelli che si affacciano sul Mediterraneo, per il rischio d'introduzione illegale di ovi-caprini nel periodo delle festività islamiche del mese di Settembre (Ramadan), chiedendo un rinforzo dei controlli di frontiera ai porti d'ingresso in Europa soprattutto in relazione all'alto flusso di turisti verso il continente europeo. E' tutt'ora sconosciuta l'origine di questa ondata epidemica, ma appare verosimile che la malattia sia stata introdotta dalla circolazione di animali infetti.
Per i paesi del Nord Africa, è difficile controllare gli spostamenti degli animali lungo i confini, specialmente nel sud della regione, dove i pastori sono per lo più nomadi.