Ormai giunto alla resa dei conti per il rinnovo a livello europeo, glifosate ha dimostrato avere le carte in regola per superare positivamente il vaglio di Bruxelles. Quanto stabilito dalle Autorità scientifiche europee è stato infatti tenuto in debito conto dalla Commissione Europea, la quale concede ora 10 anni di tempo all'erbicida dopo l'ennesimo nulla di fatto alle votazioni fra Stati Membri.
Un nulla di fatto che - è bene sottolinearlo - odora molto di opportunistico, dal momento che in tal modo la faccia più squisitamente elettoral-politica di Bruxelles si è chiamata fuori di fronte ai cittadini dell'Ue, lasciando alla Commissione la patata bollente insita in tale spinosa decisione.
Nel frattempo, ovviamente, si sono moltiplicate le solite accuse da parte di alcuni istituti e gruppi di ricerca considerati indipendenti, i quali hanno lanciato una vera e propria offensiva dell'ultimo minuto contro l'erbicida.
Alcune di queste ricerche, annunciate come risolutive, non sono però ancora disponibili per un'analisi compiuta dei metodi e dei risultati. Come spesso accade, infatti, la deontologia professionale non sembra brillare in alcuni centri di ricerca erroneamente supposti autorevoli, i quali hanno da sempre il pessimo vizio di annunciare mezzo stampa la scoperta di effetti mirabolanti di qualcosa, in tal caso glifosate, prima ancora che le proprie affermazioni possano essere debitamente vagliate sul piano scientifico.
Correttezza professionale vorrebbe, infatti, che gli scienziati parlassero solo attraverso le pubblicazioni su riviste di settore, anziché scatenare campagne mediatiche tramite parole non verificabili dagli esperti. Poi, magari, dovrebbero confrontarsi nelle sedi più opportune, anziché rilasciare interviste a media compiacenti alla perenne ricerca di scoop con cui allarmare la popolazione.
Si dubita però che i ricercatori che tanto si affannano a infamare glifosate si presenteranno mai in contesti ove potrebbero essere messi scientificamente in crisi, come per esempio a un convegno annuale di una Sitox, la Società Italiana di Tossicologia.
Ancor prima di sapere se glifosate sarebbe restato ancora fra noi o meno, si è deciso quindi di intervistarlo nuovamente, dopo il primo incontro avvenuto nel 2018, in cui si parlò di pasta, urine e altre "amenità" a cui la disinformazione ha fatto ricorso negli anni passati e continua ovviamente a farlo anche oggi.
Caro glifosate, come si stava sull'hot seat, la sedia sulla quale i ciclisti professionisti attendono il verdetto del cronometro nelle corse a tappe?
"Mah, guardi, io benone. Essere una sostanza chimica mi permette di guardare con indifferenza alle vostre vicende umane. Siete semmai voi a dovervi preoccupare: la scelta è la vostra e se sbagliate saranno vostre anche le conseguenze. A quanto pare, però, a questo giro la verità fattuale è riuscita a spuntarla sulle demagogie strumentali".
Erano infatti in molti a volere il Suo rinnovo, magari dicendolo a denti stretti o non ammettendolo affatto...
"E pensi che se nel 2017 non avessero avuto ipocritamente il braccino corto, dandomi solo cinque anni di rinnovo anziché i 15 che meritavo, oggi non saremmo neanche qui a discutere. Il 16 novembre è infatti andata a vuoto anche l'ultima votazione possibile, non raggiungendosi la maggioranza qualificata fra gli Stati membri. L'Italia si è astenuta, dopo aver votato favorevolmente al giro precedente. Peccato: un atto di coraggio sarebbe stato apprezzato. Invece la politica votata ha preferito lasciare la patata bollente nelle mani della sola Commissione. Questa è rimasta coerente con quanto detto poche settimane fa, quando propose a Bruxelles di rinnovarmi per altri dieci anni. E così è successo. Sa quindi che Le toccherà scrivere ancora su di me a lungo?".
Non me ne parli: io credo che andrò in pensione proprio fra una decina di anni. Spero non se ne abbia a male, ma nel frattempo avrei voluto occuparmi anche di altro oltre che delle Sue vicissitudini e dei pessimi scienziati che la infamano. Invece siamo ancora qui. Proprio a discutere su di Lei. Sul piano scientifico, però, mi sembra molto tranquillo.
"Ovvio che sì. Sono anni che ogni autorità mondiale di regolamentazione mi presenta come molecola impiegabile in agricoltura. Certo, vi sono alcune criticità nei miei impieghi, ma nulla che non possa essere mitigato con un uso più accorto da parte vostra. Il problema, infatti, siete più voi che me. Per esempio, perché diavolo mi usate per diserbare i bordi dei fossi, o perché risciacquate le botti gettando l'acqua di lavaggio nei tombini? Poi mi trovano nelle acque superficiali e apriti cielo sui giornali: catastrofi ittiche, armageddon di gamberetti, strage di alghe e anfibi innocenti... Manco fossi polonio radioattivo".
Concordo: come la guida di un'automobile è responsabilità del guidatore, non della macchina, anche l'uso corretto di un agrofarmaco è responsabilità dell'operatore, non della molecola.
"E bravo, ma così facendo addio al terrorismo mediatico sulla chimica agraria. Si figuri, sono figlio di Monsanto, forse la più odiata multinazionale della storia della chimica. Sono il più utilizzato da decenni a livello globale. Vuole mettere il gusto di attaccarmi? Sono il loro totem, il simbolo di tutti i mali. Ha idea di quanti ci mangiano da sempre alimentando odio verso di me?"
Eccome: l'allarmismo è uno dei business più lucrosi del Terzo Millennio.
"Anche del secondo, del primo e di quelli precedenti, mi creda. Da sempre ci sono profeti di sventura che terrorizzano il popolo annunciando catastrofi planetarie. Un tempo erano i peccati degli uomini a scatenare l'ira della divinità di turno. Oggi sono sempre i peccati il punto del contendere, ma in forma diversa. La divinità offesa è divenuta ora la natura stessa e ogni vostra mossa viene dipinta come uno sfregio da punire con la lapidazione".
Beh, almeno oggi la lapidazione è diventata mediatica e non più tramite pietre vere...
"Magra consolazione. Soprattutto pensando che dopo millenni di armageddon annunciati e mai verificatisi, ancora siete lì a correre dietro ai profeti catastrofisti per smentirne le accuse. Del resto, le fatiche di Sisifo stanno lì da secoli a ricordarvi il destino a cui siete condannati".
Ripetere per l'eternità la medesima fatica. Lo so. Come Sisifo doveva portare in cima a una collina dei massi pesantissimi, salvo vederseli lanciare ancora nel fondovalle, a me tocca scrivere articoli dopo articoli per dire in fondo le stesse, identiche cose.
"Frustrante vero? Spiegare coi numeri che no, una certa cosa non è come viene presentata e poi niente: come nulla fosse stato scritto. Le bufale e la disinformazione continuano a imperversare indisturbate. E pensi: agli occhi di ampia parte del popolo, il cattivo è Lei. Buffo no?"
Direi no, tutt'altro che buffo. Va bene che Batman, nel film Il Cavaliere oscuro, disse che "O muori da eroe o vivi abbastanza a lungo da diventare il cattivo", ma io farei un po' ridere col mantello e la maschera da pipistrello. Non trova?
"Sì, anche perché ormai con la sua anagrafe s'è fatta una certa. Però, se ricorda bene quel film, si dice anche "Perché Joker non può vincere". Un monito a sbarrare comunque la strada a chi trovi come via maestra nella vita generare caos, costi quel che costi".
Ah, anche Lei estimatore della cinematografia eroica, vedo.
"Più che altro, stimo chi continua a battersi contro i mulini a vento, come fate in tanti nel Suo settore. Dei moderni Don Chisciotte che lottano in palese inferiorità numerica e mediatica contro forze ben superiori. Anche perché, continuando con le citazioni, 'a volte la verità non basta'".
Soprattutto quando ad affermare di possedere la verità sono proprio quelli che cercano di deformarla.
"Esatto. La gente poi non capisce più a chi dare retta. E lottare contro supposti paladini della salute e dell'ambiente è gara dura".
Ma andiamo a bomba: Lei ha sentito delle ultime accuse mosse nei Suoi confronti?
"Vecchie e nuove. Da che vuole partire? Dal microbioma intestinale? Quelle prove su roditori a 1,75 milligrammi per chilo di peso corporeo?"
Un po' altina in effetti.
"Altissima. Se pensa che l'ArfD, cioè la dose ritenuta sicura per singola somministrazione, è stata fissata da Efsa in 1,5 milligrammi per chilo. Ha senso somministrare per giorni e giorni alle cavie una dose prevista sicura per la salute se somministrata 'one shot', solo per dimostrare che quella dose non è sicura? Poi si chiedono perché le autorità competenti non prendono in considerazione le loro ricerche...".
E qui ci sta un sentore di cospirazionismo che acchiappa sempre.
"Certo: avanzare sospetti che Bigpharma sia in combutta con Efsa per nascondere informazioni fa parte del pacchetto. Non l'ha notata anche Lei una certa somiglianza con certe forme comunicative dell'antivaccinismo?".
Eccome se l'ho notata. Ma complottismo a parte, quale dose avrebbero dovuto testare secondo Lei?
"Ma ovvio, l'Adi, l'Acceptable Daily Intake, pari a 0,5 milligrammi per chilo. Cioè meno di un terzo di quella impiegata. Ovvero la dose ritenuta sicura per somministrazioni prolungate. Ma anche lì, siamo comunque migliaia di volte al di sopra della reale esposizione orale all'erbicida. Lei pesa circa 80 chili. Ingerendo Lei 0,5 milligrammi per chilo fanno 40 milligrammi al giorno, pure per svariati giorni di fila. Peccato, o per fortuna, che Lei di me ne ingoi si e no 2-3 milligrammi l'anno. Ha quindi senso sollevare dei gran polveroni su cose del genere?"
Io personalmente di senso ne vedo solo per chi fa queste ricerche.
"Appunto. Anche perché poi mica le cavie stavano male. Avevano solo qualche lieve modifica nella composizione del microbioma. E sa cosa le dico? Che essendo io un derivato della glicina sono utilizzabile dei batteri come fonte di nutrimento. Provi a mangiare Lei per giorni cibi piccanti e poi me lo racconta il Suo microbioma intestinale dove va a finire...".
Sul bioaccumulo nel corpo, che ci può dire?
"Io? Nel corpo? Ma non facciamo ridere le telline, per favore. Ho una solubilità in acqua elevata e disdegno le materie grasse. Mi spiega come faccio a bioaccumulare nel corpo? Non a caso mi espellete con feci e urine".
Ah, giusto, le urine. Altro punto del contendere.
"Ogni mattina c'è un ricercatore 'indipendente' che si sveglia e corre ad analizzare delle urine cercandomi a ogni costo. Ogni mattina un giornalista come Lei deve correre a scrivere articoli per dire che a quelle concentrazioni nulla succede alla salute. Quindi non importa che tu sia un ricercatore 'indipendente' o un giornalista: alla mattina inizia a correre...".
Spiritoso. Io mi sarei anche stufato di ricordare che a quelle concentrazioni urinarie non si fa altro che confermare l'esposizione pressoché nulla tramite ingestione. Ma niente: dopo un po' arriva qualcun altro con le medesime analisi e i medesimi risultati.
"E siamo ancora qui a ricordare il perché Efsa non li prende in considerazione? Ma fanno benone a ignorarli: una becera moltiplicazione di dati irrilevanti. Anzi, semmai rassicuranti, viste le dosi infinitesime".
E poi interferenza endocrina, mutagenesi, teratogenesi...
"Tutte ipotesi respinte dalle autorità competenti, dopo la consultazione di migliaia di pagine di esperimenti in good laboratory practice. Sa, quelli svolti in accordo con le linee guida scientifiche internazionali e per i quali ci sono disponibili tutti i dati grezzi, cavia per cavia? Ecco, quelli. Il resto è più fiction che scienza".
E il cancro? Alla fine da lì tutto è partito.
"Ho appena letto la Sua disamina sulle comparazioni fra usi di glifosate e incidenze tumorali in America. Fra i primi 8 Stati per incidenze tumorali ve ne sono 5 che anche messi insieme arrivano solo allo 0,53% degli usi complessivi. Iowa e Minnesota, secondo e sesto per usi, sono secondo e nono per incidenze tumorali. Dei primi 8 Stati per usi sono gli unici 2 a comparire nella top 10 oncologia statunitense. Ecco, praticamente si è già dato la risposta da solo: nessuna correlazione possibile. Sarebbe quindi anche ora di finirla qui con gli strilli sul cancro".
Anche perché ora sono arrivate pure le accuse di influire sull'autismo.
"Un evergreen. I disturbi dello spettro autistico sono una vera manna per chi abbia fame di notorietà. Poi qualcuno mette a confronto le statistiche e vede che no, io con l'autismo non c'entro un beneamato. Ma in fondo di che si stupisce? Hanno accusato perfino i vaccini, non vorrà mica che non accusino me, un erbicida?".
E quindi, ora cosa si fa?
"Niente. Io non ho più nulla da dire. Lei ha già scritto un'enciclopedia su di me. Le autorità mondiali si sono espresse più e più volte. I giochi son fatti. Fra altri 10 anni sarà quel che sarà. Chissà, magari andremo in pensione insieme... Ma si ricordi del Joker: non deve vincere. Quindi si prepari, perché sono certo che anche se prima o poi revocheranno me, di nuove battaglie dietro l'angolo se ne intravedono già molte altre. L'esercito del caos è instancabile e non si fermerà finché non avrà distrutto ogni strumento utile alla civiltà moderna. Uno dopo l'altro. O la vostra società si decide a isolare questi guastatori o il vostro futuro sarà sempre meno roseo".
Uno scenario a tinte fosche che in effetti diviene sempre più probabile man mano che passa il tempo, viste le derive anti scientifiche e le narrazioni mediatiche farlocche che si stanno impadronendo della società attuale. Per lo meno di quella occidentale. Ovvero, il declino di un impero.
Tanti auguri, quindi, glifosate. Che gli astri ti siano favorevoli, perché la scienza a questo punto più di quello che per te ha fatto ben poco di altro può fare. E si spera che anche fra dieci anni la Commissione si mostri coerente a quanto la scienza, appunto, stabilirà.