Prima gli episodi del latte alla diossina che ha scoraggiato i consumi di mozzarella di bufala Dop, poi una lunga crisi fatta di eccedenze produttive e di prezzi in continua flessione. Un “mix” che ha messo in difficoltà tutto il settore con danni che sono stati valutati in 19 milioni di euro per il minor fatturato dei caseifici e in 3,3 milioni di perdite per gli allevamenti di bufale. Colpa, per gran parte, di un’eccedenza nella produzione di latte valutata in 27mila quintali che hanno contribuito ad appesantire irrimediabilmente il mercato.

 

I primi aiuti arrivano dal Lazio

Da qualche tempo gli operatori del settore invocano interventi per superare questa difficile congiuntura. Una prima risposta è arrivata a fine gennaio dalla Regione Lazio (l'area Dop comprende, infatti, oltre alle  provincie di Caserta Salerno, Napoli e Foggia, anche il basso Lazio), con lo stanziamento di 50mila euro con il quale realizzare assistenza tecnica agli allevatori al fine dell'ammodernamento delle stalle e per la salute degli animali. Questa cifra dovrebbe  comprendere anche iniziative per la promozione dei prodotti bufalini del Lazio. Sarà forse difficile far rientrare tante cose all'interno di un finanziamento tutto sommato modesto, ma si tratta comunque di un primo importante segnale nei confronti delle difficoltà del settore.

 

Via libera dalla Commissione Agricoltura

Più significativo il parere favorevole giunto ai primi di febbraio da parte della Commissione Agricoltura della Camera, con il quale si impegna il Governo ad avviare specifiche azioni di sostegno del settore bufalino. La decisione ha raccolto i giudizi positivi delle Organizzazioni professionali, fra le quali Confagricoltura che in suo comunicato esprime soddisfazione fra l'altro per l'adozione di provvedimenti capaci di rafforzare la qualità della mozzarella di bufala campana Dop. Parere positivo è stato espresso anche per il divieto all'uso di latte congelato nella preparazione del prodotto Dop.

Dalla Commissione Agricoltura arriva anche l’invito a vincolare il pagamento ai caseifici del latte stoccato solo se lo stesso è di provenienza dell'area Dop e se l'eventuale latte ritirato dal mercato è trasformato in polvere per uso zootecnico. Tra gli impegni sollecitati al Governo rientra anche l'adozione (che dovrà avvenire entro il 30 giugno 2009) del provvedimento con il quale si stabilisce che la produzione della mozzarella di bufala campana dovrà essere eseguita in stabilimenti separati da quelli in cui ha luogo la produzione di altri tipi di formaggi o preparati alimentari. Questa norma, per dare tempo alle aziende di attrezzarsi, diverrà operativa il 1° gennaio del 2013. Per favorire questa trasformazione sarà istituito un "tavolo di monitoraggio permanente con le regioni interessate e con le rappresentanze dei soggetti della filiera per verificare eventuali problematiche nell'attuazione delle predette disposizioni oltre che per l'adozione - anche sulla base delle risultanze di tale monitoraggio - delle misure di accompagnamento e di sostegno alle imprese che si rendessero necessarie per l'attuazione della nuova disciplina".

 

L'impegno del Consorzio

Anche dal Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop arriva un rinnovato impegno a favorire un percorso sempre più improntato alla qualità. E’ di questi giorni, infatti, la proposta di introdurre nel disciplinare l’obbligo per i caseifici di acquisire esclusivamente latte di bufala proveniente dall’area Dop.

Sempre in tema di bufale, è recente la notizia che la Provincia di Napoli ha staccato un assegno di 11mila euro destinati a sostenere il miglioramento genetico dell’allevamento bufalino in Mozambico. Un’iniziativa che non ha mancato di sollevare qualche perplessità vista la difficile situazione del settore in Italia, ma che si giustifica per i suoi importanti risvolti sociali. E che rappresenta comunque un ottimo biglietto da visita per valorizzare all’estero il buon lavoro di selezione che è portato avanti sul nostro patrimonio bufalino.