In seguito al 'via libera' scientifico dato dall'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) alla vendita di latte e carne provenienti da maiali e mucche clonate e dalla loro progenie con l'affermazioni che in fatto di sicurezza alimentari, tali prodotti non si differenziano da quelli tratti da animali 'tradizionali', la Coldiretti lancia l'allarme. Infatti, l'associazione agricola sottolinea che l’Efsa si allinea con preoccupazione a quanto deciso negli Stati Uniti da parte della Food and Drug Administration (FDA) che ha aperto la strada alla commercializzazione di carne, latte e formaggi provenienti da animali clonati. L’autorizzazione della Food and Drug Administration (Fda), riferisce la Coldiretti, prevede la libera circolazione degli alimenti frutto delle clonazioni come carne, latte e formaggi che non dovranno essere distinti dagli altri con etichette particolari. Secondo una indagine descrittiva on line condotta sul sito www.coldiretti.it   si evidenzia che una netta maggiorana del 55 per cento ritiene necessario che l'Italia e l'Europa proibiscano sempre la possibilità di vendita di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati. Si evidenzia peraltro - continua la Coldiretti - che per ben il 36 per cento dei rispondenti è necessario che l'Italia e l'Europa consentano la vendita di questi alimenti con una etichettatura obbligatoria che permetta ai consumatori di distinguerli. Solamente l'8 per cento ritiene - prosegue la Coldiretti - che la scienza ha dimostrato che questi alimenti sono perfettamente equivalenti agli altri ed è quindi necessario consentirne la vendita senza alcun tipo di indicazione, mentre l'1 per cento non in grado di dare una risposta. Una evidente dimostrazione che occorre intervenire al piu' presto con una adeguata regolamentazione per escludere che - sostiene la Coldiretti - latte, formaggi e carne arrivino inconsapevolmente nel piatto dei cittadini. La commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati è - conclude la Coldiretti - un rischio inaccettabile che oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori pone evidenti perplessità di natura etica che occorre affrontare prima che sia troppo tardi. La clonazione - conclude la Coldiretti - riguarda già molti animali da allevamento e, tra l'altro, è stata annunciata recentemente la clonazione 'stabile' di un maiale per quattro generazioni dal genetista giapponese Hiroshi Nagashima dell'Università Meiji di Tokyo, mentre sperimentazioni sono state effettuate anche in Italia con il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche un muflone selvatico.