Il fatto che a fronte di una riduzione del 10% dei prezzi riconosciuti agli allevatori per i maiali, che sono oggi inferiori di un terzo rispetto a quelli di cinque anni fa, i listini di salsicce, salami, prosciutti e braciole abbiano continuato a crescere dimostra che l’aumento della spesa non nasce nei campi. E’ quanto afferma la Coldiretti che, insieme a cittadini e consumatori, ha manifestato a Bologna in piazza Santo Stefano nell’ambito della mobilitazione nazionale per sostenere il consumo di prodotti made in Italy al giusto prezzo, in riferimento alle maggiori riforme dei mercati agricoli auspicate dalla Banca centrale europea (Bce) nel proprio bollettino di novembre. L’invito della Bce va letto alla luce del fatto che la forbice tra prezzi alla produzione agricola e al consumo tende ad accentuarsi ed è necessario lavorare per rendere più chiaro il percorso del prodotto con l'etichetta di provenienza,  ma anche intervenire sulle filiere inefficienti. Diseconomie che la Coldiretti chiede di recuperare e che sono favorite dalla mancanza di trasparenza con ben due prosciutti su tre in vendita sugli scaffali dei negozi italiani che si stima  provengano da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania, Spagna. E il prezzo del maiale moltiplica per 5 se si acquista la braciola, per 10 se si compra il salame e per oltre 20 volte se è il prosciutto a finire nella busta della spesa, con l’effetto che gli acquisti familiari di carne suina e salumi si sono ridotti del 5,1% nel 2007, nei primi 8 mesi del 2007.