Di fronte all’aumento nelle importazione del 5% nelle cosce di maiale dall’estero, che hanno superato i 20 milioni di pezzi, è necessario intensificare i controlli e introdurre l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutta la carne di maiale per impedire di spacciare come Made in Italy prodotti importati. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’operazione del comando provinciale dei finanzieri di Napoli che ha portato al sequestro di centinaia di prosciutti con i marchi contraffatti “Parma” e “San Daniele”. Negli scaffali dei supermercati - sostiene la Coldiretti - si stima che ben 2 prosciutti su 3 provengano da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania, Spagna senza che questo venga indicato in etichetta e con l'uso di indicazioni fuorvianti come “di montagna” e “nostrano” che ingannano il consumatore sulla reale origine. Per produrre prosciutto crudo in Italia vengono inviate alla stagionatura 12,5 milioni di cosce di maiali nazionali, mentre un numero superiore se ne importano dall'estero (19,6 milioni). L'aumento delle importazioni dagli altri paesi europei, quali Danimarca, Spagna e Olanda, che hanno raggiunto quote elevate sul mercato italiano, è causa di una pesante crisi di mercato del settore dove è a rischio il futuro dei 5300 allevamenti nazionali, ai quali vengono riconosciuti prezzi al di sotto del costo di produzione.