In tal senso, FMC ha messo gratuitamente a disposizione dei maiscoltori Arc™ farm intelligence, una app sviluppata specificatamente per seguire l’evoluzione del ciclo della piralide. Il sistema di monitoraggio di questo parassita è basato su trappole speciali, dette "a luce nera". Queste consentono di tracciare fedelmente l’evoluzione della curva di volo degli adulti e, quindi, di identificare il momento preciso in cui inizia la deposizione delle uova. Tale informazione è indispensabile per posizionare al meglio il trattamento insetticida.
Grazie ad Arc™ farm intelligence, i tecnici di FMC sono quindi in grado di allertare tempestivamente i diversi protagonisti coinvolti nella difesa del mais, ovvero gli agricoltori, i terzisti nonché i rivenditori di mezzi tecnici. L’ottimizzazione degli interventi fitosanitari incontra peraltro anche i nuovi criteri espressi recentemente dalla politica comunitaria, nota come Farm to fork, che fra i molteplici obiettivi include quello di promuove innovative piattaforme di supporto decisionale, come appunto i modelli di rilevamento della comparsa dei parassiti.
Arc™ farm intelligence è scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone da App Store o Google Play, in funzione del sistema operativo del proprio device, fornendo sia i risultati del monitoraggio, sia le allerte fornite dal sistema.
Poche e semplici regole
Circa la corretta gestione della piralide, oltre alla fisiologica rotazione colturale vi sono alcune semplici regole agronomiche atte a minimizzare la popolazione infestante, a partire dall’adozione della trinciatura degli stocchi, pratica di tipo meccanico che risulta efficace sulle larve mature. Queste svernano infatti nei tutoli e alla base dei culmi rimasti dopo la trebbiatura. Una volta trinciati questi, i parassiti vengono esposti maggiormente ai rigori invernali riducendosi di numero. Inoltre, possono risultare indigeste all’insetto anche le corrette epoche di semina, come pure la precocità degli ibridi scelti.Anche i corretti diserbi giocano un ruolo importante in termini complessivi, non tanto sul controllo della piralide in sé, quanto perché al momento del trattamento insetticida la precedente eliminazione della flora infestante scongiura la presenza di impollinatori nei campi di mais dovuta all’eventuale fioritura di alcune essenze spontanee.
In estate però, nonostante le buone pratiche su esposte, la popolazione di piralide presente può essere ancora in grado di attaccare la coltura, specialmente se sono state precedentemente rilevate le caratteristiche obliterazioni fogliari primaverili, causate queste dalla prima generazione del parassita. Le generazioni successive, invece, arrecheranno i danni più gravi poiché attaccano direttamente le cariossidi. Oltre al danno fisico diretto, tali attacchi creano peraltro le condizioni ottimali per la proliferazione dei funghi saprofiti che a loro volta generano micotossine come fumonisina e Don (deossinivalenolo). A tal proposito, entro il 2021 la soglia di Legge per il Don sarà ridotta su mais a 1.250 ppm contro i 1.750 attuali, suggerendo quindi un’attenzione ancor più alta da parte degli operatori.
Per tali ragioni vanno effettuati i più opportuni trattamenti fitosanitari, tenendo sempre a mente il puntuale rispetto dei seguenti accorgimenti:
- monitoraggio puntuale del volo della piralide e delle femmine di diabrotica;
- rispetto delle dosi riportate in etichetta, al pari delle indicazioni di impiego;
- non trattare mai con il mais in fioritura;
- minimizzare la deriva adottando i macchinari più opportuni, controllandone periodicamente ugelli e pressione;
- evitare le giornate ventose, accertandosi che non vi siano infestanti fiorite nei campi trattati;
- indossare sempre i dispositivi di protezione individuale.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: FMC - Cheminova Agro Italia