Si tratta di un'operazione di polizia a livello dei 28 paesi dell'Ue che si svolge annualmente oramai dal 2015. Quest'anno la "pesca" è stata da record: 1.346 tonnellate di agrofarmaci contraffatti e illegali sequestrate (il corrispondente di 458 piscine olimpiche piene) con operazioni praticamente in tutti i paesi europei. E' compresa l'Italia, dove in provincia di Viterbo sono state ritrovate 16,9 tonnellate di agrofarmaci contraffatti per un valore di 300mila euro.
Secondo la Ecpa (European crop protection agency) e l'Euipo (Eu Intellectual Property Office) il valore degli agrofarmaci contraffatti e illegali corrisponde al 10-14% dell'intero mercato europeo, mentre in alcuni paesi (Cina, India…) si arriva anche al 20-30%. Parliamo quindi di cifre enormi: solo per l'Unione europea saremmo nell'ordine di 1,3-1,8 miliardi di euro di danno diretto per il settore. E non parliamo dei danni indiretti quali per esempio l'impatto sulla salute umana e animale e sull'ambiente: qui la cosa è da brividi.
Di fatto medicinali e agrofarmaci sono uno dei settori più redditizi proprio perché i prodotti hanno un immenso contenuto intrinseco in ricerca e tecnologia. I comuni consumatori (ma anche molti professionisti…) non sanno che le caratteristiche degli agrofarmaci sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni e che si tratta di sostanze che hanno il più delle volte un vero e proprio uso "omeopatico" e raffinati sistemi selettivi nella loro azione.
Piatto ricco mi ci ficco: infatti la contraffazione di agrofarmaci (e medicinali) è uno dei big business della criminalità organizzata mondiale.
E qui passiamo nella parte "romanzata", ma forse mica più di tanto. Pare che sia la mafia cinese – la famosa triade, ad avere in mano buona parte del settore – provvedendo alle operazioni spionistiche, alle operazioni tecnologiche di plagio e infine alla distribuzione attraverso i loopholes, i varchi che si aprono per le merci anche nelle frontiere più presidiate.
Un romanzo criminale. Purtroppo, vero.