Il progetto, lanciato da Syngenta, ha tre obiettivi principali. Prima di tutto sviluppare aziende virtuose e innovative, che gestiscano gli agrofarmaci e le risorse naturali applicando le best practice riconosciute internazionalmente. Inoltre si vuole dimostrare come sia possibile adempiere ai dettami delle nuove normative. E infine informare e coinvolgere tutti gli stakeholder, dagli agricoltori agli agronomi, passando dalle autorità locali ai tecnici.
Ma in quale modo i principi perseguiti da Interra farm network si traducono in azioni concrete? Durante la tappa di Spresiano (Treviso) del GrapeField Tour, i tecnici di Syngenta hanno mostrato ai viticoltori riuniti presso il podere sperimentale del Crea Heliosec, uno strumento per la gestione degli agrofarmaci che ha come obiettivo la lotta all'inquinamento puntiforme del suolo.
“Tutti sappiamo che l'inquinamento è legato in larga parte ai luoghi dove vengono preparati i trattamenti”, spiega ad AgroNotizie Ulisse Magosso, technical field expert di Syngenta. “La preparazione delle miscele e il loro smaltimento sono momenti critici. Per questo bisogna prestare la massima attenzione sia quando si caricano i macchinari, sia quando si eliminano i residui”.
A Spresiano è stata costruita una piazzola in cemento con i bordi rialzati e un tombino centrale in cui è possibile preparare le miscele, caricare e scaricare i mezzi senza il rischio di inquinare il terreno. I residui di agrofarmaci e le acque di lavaggio vengono convogliate in una piccola vasca, ricoperta all'interno da materiale plastico e protetta da una tettoia. La luce solare e il vento fanno evaporare l'acqua e la frazione secca che rimane nel sacco può essere poi raccolta e smaltita a fine stagione tra i rifiuti speciali.
Un'altra best practice che Syngenta sta cercando di diffondere tra gli agricoltori è quella di dedicare i terreni marginali alla creazione di habitat utili agli insetti impollinatori. Api, bombi e farfalle sono fondamentali per certi tipi di colture e dunque dedicare delle porzioni di territorio alla creazione di ambienti a loro favorevoli è importante.
Operation Pollinator prevede che nei terreni non destinati alla produzione si piantino alcune varietà, soprattutto leguminose, che forniscono riparo e cibo agli insetti impollinatori. Le ricerche svolte hanno dimostrato come si può aumentare in tre anni fino a 6 volte il numero di bombi presenti nell'area, fino a 12 volte il numero di farfalle e di oltre 10 volte il numero di altri insetti.