Mercoledì 14 dicembre a Caserta saranno esposte le acquisizioni dello studio intrapreso da Cra, Centro di ricerca per la frutticoltura di Roma, in collaborazione con l'Università degli Studi di Udine - Dipartimento di scienze agrarie e ambientali e con il Cra, Unità di ricerca per la frutticoltura di Caserta sulla caratterizzazione genomica di Pseudomonas syringae pv. actinidiae.

I risultati dello studio sono stati pubblicati recentemente sulla rivista internazionale Plos One e riguardano la genetica, l'origine, l'evoluzione, l'adattamento ambientale, la patogenicità e la biologia del batterio. Queste informazioni consentiranno di migliorare le strategie di controllo e difesa del 'cancro batterico' dell'actinidia, la fitopatia attualmente più pericolosa per la coltivazione del kiwi verde (Actinidia deliciosa) e del kiwi giallo (A. chinensis) nel mondo.

Pseudomonas syringae pv. actinidiae

Segnalato nel Lazio circa vent'anni fa, a partire dalla primavera del 2008 si è assistito a una rapida diffusione della malattia nella regione che ha interessato dapprima il kiwi giallo e, successivamente, anche il kiwi verde.

Tutto il germoplasma delle due specie attualmente coltivato è risultato molto sensibile al batterio. Negli anni successivi l'epidemia si è rapidamente diffusa, dapprima in tutte le regioni settentrionali del Paese interessate alla coltivazione del kiwi e, subito dopo, in alcune aree meridionali della penisola.

Contemporaneamente molti Paesi europei, per cui la coltivazione dell'actinidia rappresenta una voce importante del settore frutticolo, quali Francia, Spagna e Portogallo, hanno evidenziato la presenza del patogeno. P.s. pv. actinidiae è comparso anche in Cile e in Nuova Zelanda assumendo tutte le caratteristiche di una vera pandemia. Anche in quest'ultimo Paese sta causando notevoli danni economici e le misure di profilassi proposte all'inizio dell'epidemia si sono rivelate del tutto inefficaci per il contenimento della malattia.

 

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