La condanna ricevuta dal ministero dell'Agricoltura da parte del Tar del Lazio riporta alla ribalta lo spinoso tema degli Ogm, gli organismi geneticamente modificati.

Nel commentare la sentenza, Confeuro osserva che il pronunciamento del Tar  "contribuisce notevolmente a fare chiarezza nell'intricato dibattito scatenatosi intorno alle semine transgeniche". "E' proprio il diritto di scelta - sostiene la Confeuro - quello che reclamiamo a gran voce, soprattutto quando si parla di coltivazioni che potrebbero, in parte, risolvere l'atavico problema della fame nel mondo".

Giangiacomo Bonaldi, presidente di Confagricoltura Veneto, invita a "abbandonare timori irrazionali" e ad affrontare il tema degli Ogm "come ragione e buon senso suggeriscono, cioè attraverso un'accurata sperimentazione che sostituisca i fantasmi, troppo spesso agitati per spaventare un'opinione pubblica disinformata, con i dati scientifici".

"Gli Ogm - osserva Bonaldi - possono aprire prospettive di tale interesse per il futuro dell'agricoltura in termini produttivi, ambientali e di salubrità, che è assurdo abbandonarli prima di averli accuratamente studiati".

Differente la posizione di Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti genetici: "La sentenza del Tar del Lazio era prevedibile, ora il ministro Romano invochi subito la clausola di salvaguardia sul mais transgenico".

Dura la reazione di Futuragra, nella replica a Capanna del presidente Duilio Campagnolo: "Chi continua a evocare la clausola di salvaguardia sa bene che non è applicabile. La Commissione europea si è già pronunciata sull'uso distorto di questo strumento che può essere invocato solo a fronte di rischi provati per la salute e per l'ambiente".