Ora che la sequenza del genoma della patata non ha più segreti, i ricercatori potranno migliorare la sua produttività, il suo contenuto nutrizionale, la sua resistenza alle malattie, e generare nuove varietà in tempi più rapidi degli attuali (circa 12 anni).
L’annuncio della decodifica del genoma della patata è stato dato dal Potato genome sequencing consortium (Pgsc), un gruppo internazionale di istituzioni scientifiche di 15 Paesi, che comprende l’Enea.
Lanciato dall’Università di Wageningen tre anni fa, il progetto è entrato nella fase finale nel giugno 2009, durante una conferenza tenutasi a Carlow, in Irlanda.

Le ricerche Enea, coordinate dal prof. Giovanni Giuliano, sono state possibili anche grazie ad un finanziamento del ministero dell’Università e la ricerca scientifica, Fondo per gli Investimenti della ricerca di base. Tali ricerche puntano a sequenziare anche il genoma del pomodoro entro i primi mesi del 2010.
Si tratta di un risultato scientifico di grande rilevanza poiché il genoma della patata è lungo 840 milioni di basi ed è tetraploide, cioè è presente in quattro copie per cellula. Per queste sue caratteristiche il miglioramento genetico tramite incrocio è particolarmente laborioso.

Sono stati sequenziati due ceppi diversi di patata, rappresentativi della diversità genetica di questa pianta anche prima della sua domesticazione. L’assemblaggio della sequenza è stato ottenuto grazie al recente sviluppo di tecniche di sequenziamento del Dna ad elevato parallelismo e di algoritmi informatici sviluppati dal Beijing Genomics Institute, uno dei membri di Pgsc. I dati sono pubblicamente disponibili sul sito www.potatogenome.net.

La patata appartiene alla famiglia delle Solanacee, è originaria del Sudamerica e fu importata in Europa nel ‘500. E’ la quarta pianta alimentare più importante del pianeta e la più importante delle piante orticole. La sua produzione è in costante crescita, specie nei Paesi in via di sviluppo. Il 2008 è stato l’anno internazionale della patata.