Confagricoltura denuncia “giochi al ribasso” sulle quotazioni del grano duro. Dopo tre settimane di rialzi su tutte le borse merci italiane, il prezzo del grano duro scende a Bologna, mentre Foggia conferma la precedente quotazione. E questo in un momento in cui già si profila una consistente riduzione del raccolto 2009 in Italia, accompagnata da un calo generalizzato nel resto del mondo.
"Si tratta - sottolinea Confagricoltura - dell'ennesimo tentativo di deprimere le quotazioni attraverso un aumento delle importazioni nel momento della campagna in cui tradizionalmente il mercato nazionale torna a salire". L’Organizzazione degli imprenditori agricoli evidenzia come la disponibilità di grano duro di produzione italiana sia ancora abbondante e più che sufficiente per soddisfare il fabbisogno del settore della pasta fino all'arrivo della produzione 2009.
"Fino a questo momento - dichiara il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni - le importazioni di grano duro sono state ben al di sotto degli anni scorsi, dal momento che gli agricoltori italiani, nel 2008, hanno risposto all'appello del Governo, dell'industria e dei consumatori, aumentando la produzione per contrastare il caro-prezzi della pasta. Gli agricoltori sono stati ripagati con una fortissima diminuzione del prezzo del grano duro, il cui valore oggi non copre il costo di produzione".
"In attesa del raccolto di luglio - sottolinea Vecchioni - occorre la massima trasparenza nelle relazioni di mercato, evitando il ricorso a comportamenti che condizionino le rilevazioni delle borse merci. Tra i nostri produttori cresce la voglia di protezionismo che, se non ci saranno segnali confortanti sul fronte dei prezzi, porterà a chiedere il ripristino dei dazi sul grano duro e la sospensione dei contingenti a dazio agevolato per il grano tenero di bassa qualità e per il mais".