La crescita stellare dei costi produttivi e il dimezzamento dei prezzi - avverte la Cia - rende poco conveniente produrre cereali. E’ uno scenario che si aggrava giorno dopo giorno. Le quotazioni del grano duro sono oggi inferiori a quelle di vent’anni fa. I rincari registrati dai mercati all’inizio del 2008 sono rientrati immediatamente e assistiamo ora ad una flessione che si aggira attorno al 40%, con punte per il frumento anche del 50%.
Il maltempo e l’ingresso in Italia di notevoli quantità di produzioni (grano, sia duro che tenero, e mais) da parte di paesi come l’Ungheria, la Russia e il Messico a prezzi stracciati rendono la situazione sempre più precaria. Nei porti regionali sono state scaricati smisurati quantitativi di grano di provenienza misteriosa e di dubbia qualità.
La Cia chiede al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali una rapida approvazione del Piano di settore cerealico che, pur con una scarsa dotazione finanziaria, potrebbe attivare, in un quadro organico, contratti di filiera, Psr, ricerca e sperimentazione. Accanto a ciò, occorrono investimenti per modernizzare la rete degli stoccaggi e per sviluppare la logistica commerciale.
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