Martedì 12 giugno, nel corso del  convegno “Nuove tecnologie genetiche per compensare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla coltura grano duro nei Paesi mediterranei”, sono state presentate nuove tecnologie molecolari sviluppate per individuare geni resistenti alla siccità e alle alte concentrazioni di sali nel terreno del grano duro. Si tratta dei risultati del progetto Frumisis , durato 3 anni, che ha coinvolto dieci diverse unità di ricerca: consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA), Università della Tuscia, Università La Sapienza, Università di Bari, Università di Udine, società Metapontum Agrobios, consorzio Agrital Ricerche ed Enea. Le tecnologie sono state efficaci per decifrare la struttura del complesso genoma del grano duro e hanno permesso di selezionare nuove varietà di grano duro che meglio si adattano ai fenomeni di desertificazione conseguenti ai cambiamenti climatici in atto ed alle mutate esigenze agronomiche. In questo modo si potrà contribuire a rilanciare la coltura del grano duro nei territori tipici di produzione, quali le Regioni del Centro–Sud ed i Paesi del Bacino del Mediterraneo.