Boom delle bioenergie in Svezia. Il loro peso nel mix energetico del Paese è cresciuto al punto da superare per la prima volta nel 2009, la quota di energia elettrica fornita dalle centrali idroelettriche e nucleari sommate insieme.
Secondo i dati pubblicati dalla Swedish Energy Agency, la produzione di energia elettrica derivante dalle bioenergie raggiungerà in Svezia, quest'anno, i 125 TWh, di poco superiore (124 TWh) all'apporto dell'idroelettrico e delle 10 centrali nucleari in funzione nel Paese scandinavo.
Grazie a queste performance, il settore delle bioenergie copre ormai circa il 28% dei consumi elettrici della Svezia. E si deve in particolare alla sua crescita nel mix energetico, un'impennata di quasi l’80% tra il 1990 e il 2007, cioè da 67 TWh a 120 TWh alla fine di quell'anno, se contemporaneamente il livello delle emissioni svedesi è calato del 9% nello stesso periodo mentre il pil faceva registrare una crescita del 48%.
A sottolinearlo è la Swedish Bioenergy Association, che spiega che il boom delle bioenergie è la principale ragione alla base dello sviluppo sostenibile nel sistema energetico svedese che si è registrato in questi anni, di cui la  componente prevalente è costituita dalle biomasse, ma è cresciuta in maniera consistente anche la quota dei biocombustibili per i trasporti.
Per Gustav Melin, presidente dell'associazone, questo ritmo di crescita potrà essere mantenuto nei prossimi anni e, insieme allo sviluppo dell'energia eolica e agli interventi di efficienza energetica, consentirà alla Svezia di coprire con fonti rinnovabili circa il 50% del proprio fabbisogno elettrico entro il 2020.