Futuro roseo per il mercato dei biocombustibili prodotti dalle alghe. La loro efficacia come materia prima per la produzione di biocarburanti sostenibili viene premiata da un aumento costante degli investimenti in questo settore che, secondo un rapporto della società di analisi di mercato SBI Energy, ha visto crescere il numero di imprese coinvolte del 550% tra il 2005 e il 2007.

Questo trend, destinato a proseguire anche nei prossimi anni, farà lievitare il mercato del biodiesel dalle alghe fino a 1,6 miliardi di dollari nel 2015, sostiene lo studio, passando dai 271 milioni stimati nel 2010, grazie a un tasso di crescita di quasi il 43 per cento all’anno. In un primo momento, le risorse saranno concentrate prevalentemente sullo sviluppo tecnologico delle coltivazioni e dei processi di produzione, e in piccola parte nella costruzione di impianti per l’estrazione degli oli e di produzione, che avranno comunque un carattere sperimentale. Solo successivamente gli sforzi degli investitori si concentreranno sullo sviluppo commerciale.

Uno dei vantaggi delle alghe come materia prima è quello di poterle utilizzare per produrre una vasta gamma di biocarburanti, tra cui l'olio di alghe, il biodiesel, l’etanolo, il butanolo, il biometano e persino idrogeno. In quanto grandi divoratrici di CO2, possono inoltre essere coltivate in impianti collegati a centrali energivore o altamente inquinanti, come quelle a carbone. I biocarburanti da alghe possono essere prodotti a partire da diatomee geneticamente modificate, alghe verdi e cianobatteri.

Esistono vari sistemi per la loro coltivazione: dalla coltivazione in vasche aperte a quelle in fotobioreattori o centrifughe. Molteplici anche i processi per l’estrazione di oli dalle alghe e di trasformazione in biocarburante, dalle presse alle bioraffinerie, fermentatori e biodigestori.