Adattando un antico proverbio, si può dire davvero che “Se son alghe fioriranno” presto. Una dozzina di società riuscirà a utilizzare le alghe per creare benzina e diesel “green” su larga scala entro il 2020. Solo queste società ce la faranno in quanto hanno la strategia e i partner giusti per passare da uno stadio di progetti pilota alla dimensione commerciale.

E' quanto evidenzia lo studio Algae 2020, presentato a Rotterdam in occasione del World biofuels market. Le strategie vincenti riguardano una programmazione sul lungo e sul corto periodo e un coordinamento di più attori in diversi campi.

Queste 12 società leader, che hanno progredito con successo nei progetti pilota e di dimostrazione su scala nell'uso delle alghe, non si limitano a produrre etanolo o biodiesel ma sono anche in grado di mettere sul mercato carburanti sostitutivi come biojet e diesel rinnovabile, prodotti molto richiesti oggi dall'industria.

Ecco la chiave del loro successo, che le porterà a trasformare quello che oggi è un sogno o poco più di laboratorio in realtà: la diversificazione, che risponde alle richieste del mercato. Lo sfruttamento delle alghe quindi deve essere pensato per produrre biodiesel ma anche per creare etanolo e diesel rinnovabile, biojet e biobutanolo.

Sempre dallo studio Algae 2020 emerge che un’altra strategia vincente: quella della collaborazione tra diversi attori. Se laboratori di ricerca, industria, governi, investitori e produttori collaborano nel condividere e affrontare insieme le sfide tecnologiche chiave riescono a cogliere le opportunità basate sulla domanda di mercato. Una maggiore facilità ad accedere ai fondi e ad attirare interessi pubblici e privati presenti sul mercato alla fine determina le condizioni migliori per commercializzare prima della concorrenza i biocarburanti a base di alghe (a.b.).