La produzione di biodiesel nell'Unione europea è cresciuta del 35,7% nel 2008 confermando la tendenza a una crescita più fiacca iniziata nel 2007 (+17%) rispetto al boom degli anni 2005 (65%) e 2006 (54%).
E' stata dunque una crescita col freno a mano, caratterizzata dal calo nei due Paesi maggiori produttori, Germania e Austria, e fortemente penalizzata dalla concorrenza internazionale sleale del biodiesel Usa.
Questi in sintesi i punti salienti del bilancio fatto dall'European Biodiesel Board (Ebb) sulle performance del settore nel corso dell'anno scorso.
In questo contesto, buono il comportamento delle industrie italiane che hanno prodotto in totale 595 mila tonnellate di biodiesel, rispetto alle 363 mila tonnellate dell’anno precedente. Per quanto ottimista sul futuro, l'Ebb non nasconde la sua delusione per l'occasione persa nel 2008, un anno d'oro per le altre fonti rinnovabili.
A penalizzare le industrie del biodiesel prima le ombre gettate sul settore da quanti hanno sollevato dubbi sulla sostenibilità dei biocarburanti, poi le importazioni sotto costo di biodiesel dagli Usa.
Almeno quest'ultimo problema sembra risolto. L'Ebb ha accolto favorevolmente la decisione dell'Unione europea di imporre dazi ai prodotti importati d'oltreoceano accogliendo la sua stessa proposta.
Ma i produttori europei hanno anche sofferto per il calo del prezzo del greggio, a cui non ha corrisposto un corrispondente calo del prezzo degli oli vegetali.
Risultato: la produzione di biodiesel europeo, che resta comunque il principale biocarburante nell'Unione europea (il bioetanolo conta appena 2,2 milioni di tonnellate) ha raggiunto 7,76 milioni di tonnellate l’anno scorso, pari al 65% del mercato globale.
Poco, se si pensa alla capacità produttiva dell’industria europea che ammonta, spiega Ebb, a oltre 21 milioni di tonnellate e che è cresciuta del 31% dall’inizio dell’anno.
Questo perché almeno il 50% degli impianti è inattivo o sottoutilizzato.
I livelli di produzione non sono perciò ancora in linea con l’ambizioso obiettivo europeo stabilito dalla direttiva sulle energie rinnovabili: 10% di carburanti da fonti alternative per i trasporti entro per il 2020.
Eppure i numeri ci sono perché il contributo del biodiesel a quel target sia consistente: 30-35 milioni di tonnellate al 2020, calcola Ebb. Sarà necessario pertanto mettere a punto piani nazionali che rispettino lo spirito della direttiva sulle rinnovabili, adottando criteri, per quanto riguarda la sostenibilità, validi e omogenei per tutti gli Stati membri e non a macchia di leopardo.