Detto fatto. Dopo l’annuncio di soli alcuni giorni fa, la Gran Bretagna ha trasformato in legge, la prima al mondo,  l’intenzione di ridurre dell’80% entro il 2050 le emissioni di CO2 nell'atmosfera.
Un target di oltre il 20% superiore rispetto a quello indicato dalla versione precedente del Climate Change Bill, e adottato su indicazione della Commissione per i Cambiamenti Climatici, istituita dall’esecutivo britannico per monitorare gli effetti della legge britannica sul clima, che nei giorni scorsi aveva presentato il primo resoconto dei suoi lavori.
La legge, nella sua nuova versione, è stata votata ieri sera dal Parlamento e ora aspetta la firma della Regina, che però è una pura formalità. Il pacchetto di norme contiene le misure necessarie per avviare un emissions trading nazionale basato su un sistema di aste simile a quello che l’Unione europea vorrebbe introdurre a partire dal 2013.
Le società operanti nel settore energetico dovranno, in particolare, acquistare il 30% dei permessi di emissione. Il costo stimato delle norme ammonta a crica l'1-2% del Pil stimato per il 2050. Nelle intenzioni del governo anche l’introduzione di un sistema 'feed-in-tariff' sul modello tedesco per favorire la microgenerazione distribuita, soprattutto da minieolico e fotovoltaico.
Soddisfatto il governo: per il ministro all’Energia e ai Cambiamenti climatici Ed Miliband, con questo provvedimento il Regno Unito 'diventa leader mondiale nelle politiche sul clima. E' la prima legge del genere al mondo. Invia un messaggio chiaro a coloro che sono impegnati nelle discussioni sul clima a livello europeo e mondiale: è possibile prendere delle misure serie'.