L'Europa guadagna terreno nei confronti degli Usa per gli investimenti in energia rinnovabile, mentre l'Italia mantiene faticosamente stabile il proprio settimo posto, penalizzata dalle lentezze burocratiche.
Sono questi i risultati emersi dall'ultima edizione dello studio 'Renewable Energy Country Attractiveness Index', svolto da Ernst & Young. Il nuovo indice ha evidenziato come l'obiettivo di accrescere l'utilizzo di energia rinnovabile entro il 2020 posto dall'Unione europea abbia contribuito a incrementare significativamente l'interesse del nostro continente per gli investitori del settore: ben sei Paesi su dieci elencati nell'indice sono, infatti, Stati membri dell'Unione Europea.
L'indagine, che prende in esame i 25 principali mercati nazionali di energia rinnovabile, mette in luce una perdita di terreno da parte degli Stati Uniti durante il quarto trimestre 2007 rispetto alla Germania, suo rivale in seconda posizione, che negli ultimi tempi ha registrato performance uniformemente elevate. Il mercato tedesco ha conosciuto un forte slancio nel settore delle fonti di energia alternativa in seguito all'emanazione della normativa che impone l'utilizzo di strumenti di riscaldamento a energia rinnovabile per tutte le nuove costruzioni realizzate dopo il 1 gennaio 2009.
L'Italia, invece, è stabile al settimo posto, classificandosi davanti a paesi come Francia e Portogallo, ma posizionandosi alle spalle del gruppo di testa europeo formato da Germania, Regno Unito e Spagna con una distanza di più di quattro punti.