Una nuova relazione della Royal Society britannica fa presente che, senza politiche atte a promuoverne lo sviluppo, i biocarburanti non riusciranno a ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra e potrebbero risultare dannosi per l'ambiente. La relazione 'Sustainable biofuels: prospects and challenges(pdf)' (Biocarburanti sostenibili: prospettive e sfide), rileva che i biocombustibili possono svolgere un ruolo importante nella riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra e che il loro rendimento generale può essere notevolmente migliorato, ma occorrono maggiori incentivi.
Lo studio, che contesta la direttiva Ue sui biocarburanti poiché si concentra su obiettivi basati sull'approvvigionamento (che per il settore dei trasporti dovrà essere costituito da una quota di biocombustibili pari al 5% entro il 2010 e al 10% entro il 2020), sostiene che in questo modo non si fornisce alcun incentivo diretto a investire in sistemi in grado di produrre carburanti a bassa emissione di gas a effetto serra e di apportare benefici ambientali, sociali ed economici su vasta scala. Gli autori, invece, sostengono che sarebbe più opportuno fissare obiettivi volti a ridurre i gas a effetto serra. 'Si potrebbe così incoraggiare il miglioramento dei combustibili esistenti e accelerare lo sviluppo di nuovi carburanti', spiega il professor John Pickett, responsabile dello studio. 'Senza un obiettivo, rischiamo di perdere importanti opportunità di stimolare innovazioni interessanti che contribuiscano a limitare le sempre maggiori esigenze di trasporto'. La Royal Society sottolinea anche il fatto che, per realizzare un sistema di trasporto sostenibile, non sarà sufficiente ricorrere ai soli biocarburanti, ma affiancarli ad altri sviluppi, elencati nella ricerca. Un'altra raccomandazione riguarda i dubbi sociali, economici ed ambientali associati ai biocarburanti: 'In particolare, il preciso potenziale di abbattimento dei gas a effetto serra da parte dei biocombustibili deve essere corroborato da una solida base scientifica', si legge nella relazione, che viene presentata in un momento in cui le politiche comunitarie in materia di biocarburanti ricevono un sempre maggior numero di critiche. Il 9 gennaio scorso, 17 organizzazioni non governative (Ong) per l'ambiente e lo sviluppo hanno inviato una lettera alla Commissione in cui evidenziano diverse lacune nel progetto di direttiva volto a promuovere l'uso dell'energia derivante dalle fonti rinnovabili. Secondo le Ong, il metodo di calcolo delle emissioni di gas a effetto serra del progetto di testo è troppo semplicistico e le proposte non tengono conto, tra l'altro, dell'impatto esercitato dalla produzione di biocombustibili su ecosistemi, diritti umani e prezzi dei generi alimentari. Rispondendo alle critiche formulate, il portavoce Ue per l'energia, Ferran Tarradellas Espuny, ha affermato che nell'imminente direttiva saranno inclusi criteri ambientali.