Utilizzare le coltivazioni agricole europee per produrre energia pulita come i biocarburanti non provoca nessun rincaro dei prezzi al consumi degli alimenti. E' quanto sostiene Coldiretti sottolineando come, invece, i biocarburanti contribuiscano al contenimento dell’inquinamento ambientale nel rispetto degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto per ridurre i gas a effetto serra e contrastare i cambiamenti climatici.
"L’Europa, ma soprattutto l’Italia, sono - sottolinea la Coldiretti, commentando lo studio Ue sull'impatto sui mercati alimentari e non alimentari dell'applicazione dell'obiettivo minimo del 10% di biocarburante nel consumo totale di carburanti in Europa per i trasporti - in forte ritardo nello sviluppo di energie alternative provenienti dalle coltivazioni agricole e allarmi ingiustificati rischiano di frenare una opportunità importante per le imprese, per i cittadini, la salute e l'ambiente . A oggi sul mercato nazionale - precisa la Coldiretti - non c'è neanche l'ombra di biocarburanti nei distributori nonostante gli obiettivi fissati dalla Finanziaria".
Secondo lo studio comunitario dovrebbero essere utilizzati in Europa circa 59 milioni di tonnellate di cereali (18 per cento del consumo dell'UE), in particolare frumento tenero e mais, e in minima parte orzo, e la paglia per la seconda generazione di biocarburanti. "Tale fabbisogno secondo la Commissione - riferisce la Coldiretti - potrebbe essere soddisfatto con un aumento annuo minimo dell'1 per cento nelle rese per un valore di 38 milioni di tonnellate, mentre altre 14 milioni di tonnellate potrebbero essere offerte dalla messa a coltura di due milioni di ettari attualmente destinati a riposo (set aside) e il resto attraverso le importazioni. I prezzi dei cereali - precisa la Coldiretti - rimarrebbero stabili, mentre quelli del mais sarebbero lievemente superiori ai prezzi d'intervento. Anche i mercati delle colture oleaginose come la soia dovrebbero restare invariati, anche se quello del girasole potrebbe registrare qualche aumento dei prezzi, ma la possibilità di utilizzare sottoprodotti dei cereali destinati a fini energetici per l'alimentazione degli animali potrebbe - rileva la Coldiretti - beneficiare l'attività di allevamento di bovini, maiali e polli".