“E’ il primo esempio di accordo interprofessionale, accordo in applicazione al decreto legislativo 102 e non posso che dirmi favorevole. Il giudizio è positivo”. Questo il commento di Valerio Marchioni, presidente di Unione seminativi, sul primo accordo quadro nazionale sul biodiesel siglato il 10 gennaio scorso al Mipaaf, alla presenza del ministro Paolo De Castro e delle associazioni interessate: Confagricoltura, Cia, Coldiretti, Copagri, Unione seminativi - sul versante agricolo -, Assitol, Assobiodiesel e Assocostieri, su quello industriale.
Si tratta, per l’Italia, del primo passo concreto per la costruzione di una filiera nazionale delle agroenergie, che contribuirà a dare un nuovo ruolo all’agricoltura italiana anche alla luce del “Programma sull’energia e l’ambiente” presentato dalla Commissione europea.
La firma del primo contratto quadro sui biocarburanti segna il primo passo concreto verso la costruzione di una filiera nazionale delle agroenergie. Un obiettivo ritenuto prioritario nell’azione del Governo ed inserito nel Dpef 2007-2011, e sul quale l’Italia sconta ancora forti ritardi in assoluto rispetto agli obiettivi di Kyoto, e relativi rispetto agli altri partner comunitari.

“Ora la sfida sarà di riuscire a conseguire l’obiettivo dei 70 mila ettari”, prosegue Marchioni. Con la finanziaria 2007, infatti, il governo ha messo in campo provvedimenti a favore della produzione e della gestione di energie alternative. E, in campo agricolo, sono state previste risorse per biocarburanti da coltivazioni energetiche (in particolare colza, ma anche girasole), con l’obiettivo definito di raggiungere nel 2007 i settantamila ettari e i 240 mila nel 2010, per rispettare gli obiettivi di Kyoto.
“Gli agricoltori - dice il presidente di Unione seminativi - avranno così la possibilità di inserire in rotazioni colture importanti. E poi tutto si giocherà sui prezzi”.
All’articolo 9 dell’accordo, infatti, si parla di ‘Formazione del prezzo’. “E non di prezzo - puntualizza Marchioni - ed è qui che si concentrerà la nostra attenzione, in riferimento al mercato europeo più importante, quello della colza, che è un mercato agricolo, ma anche finanziario".
Dunque, il passo successivo va in direzione di una trattativa commerciale. “Si tratterà in sostanza - conclude - di trattare con le singole aziende produttrici per mettere a punto contratti di coltivazione congrui per gli agricoltori”.

A fronte dell’accordo quadro - che fornisce indirizzi per la produzione, orientamento sulla formazione dei prezzi (lasciati alla libera contrattazione tra le parti), sulle caratteristiche del prodotto (tecniche di produzione, consegna) – potranno essere siglati i contratti di coltivazione. Per l’Italia si tratta di una mossa concreta nel segno della tutela ambientale, anche verso la riduzione della dipendenza dalle fonti energetiche non rinnovabili, e per l’agricoltura in particolare, resta un momento fondante per l’affermazione di una filiera innovativa.
“Stiamo andando nella direzione di un nuovo ruolo per l’agricoltura – afferma il ministro De Castro in una nota – che diventa anche attrice primaria nelle politiche di tutela ambientale e risparmio energetico. Dopo questo primo accordo – aggiunge il Ministro – stiamo lavorando su ulteriori forme di contratti quadro per altre tipologie di biomasse. Il futuro dell’energia verde è finalmente cominciato”.
Positivo il commento delle associazioni.
Per Vito Bianco, direttore generale di Confagricoltura, presente alla conferenza di presentazione dell’accordo, si è trattato di una “giornata fondamentale per le bioenergie”.
Coldiretti “la firma dell’accordo si pone l’obiettivo di colmare il ritardo nazionale evidenziato nel rapporto sull’energia della Commissione europea”.
“Un primo importante passo per lo sviluppo delle agroenergie per dar vita a una filiera nazionale e rispondere agli obiettivi del Protocollo di Kyoto", commenta la Cia.

di Paola Francia