Lasciare a lungo i residui colturali nei campi è pratica saggia in un'ottica di preservazione dei suoli. Viene però il momento di operare le necessarie lavorazioni del terreno e prima di queste vi è una pratica che si rende propedeutica alla corretta degradazione dei residui stessi nel profilo del terreno. La trinciatura permette infatti di sminuzzare ciò che resta della coltura precedente, aumentando enormemente la superficie esposta all'azione dei microorganismi presenti nel terreno.
Falc, azienda faentina leader nel segmento delle macchine per le lavorazioni del suolo, offre nel proprio catalogo anche una gamma di trince per i residui colturali. Le "Kronos" si presentano in cinque differenti modelli, caratterizzati da diverse potenzialità operative ed esigenze in temine di potenza.
Il modello base è il "4000 DT/MR", caratterizzato da un ingombro esterno di 4.425 millimetri e un fronte operativo di 4.011. Dotato di singolo rotore operante a 1.835 giri al minuto, ha un peso di 2.500 kg i quali necessitano di potenze non inferiori a 100 cv. Molto simile al precedente si mostra il "4800 DT/2R", il quale ha 810 mm in più di fronte operativo e costa di 2 rotori anziché uno, operanti anch'essi a 1.835 g/min. La versione "4800" è disponibile anche con coclea convogliatrice del trinciato. Salendo di prestazioni, si posizionano i "5400 DT/2R" e i "6400 DT/2R". Dotati entrambi di due rotori operanti a 1.786 g/min, offrono fronti di 5.541 e 6.441 mm rispettivamente. I loro pesi vanno da 3.300 kg per il "5400" ai 3.820 kg del "6400". Le potenze minime richieste sono per trattori capaci di offrire almeno 120 cv.
Infine il top di gamma, l'"8000 DT/2R". Coi suoi due rotori operanti a 1.721 g/min, il suo fronte operativo di 8.018 mm e il suo peso di 4.630 kg, necessita di potenze superiori ai 160 cv.
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Fonte: Falc