Chi è che consuma l'olio extravergine di oliva in Italia?

Dall'indagine compiuta da Nomisma, in occasione della prima edizione di SOL2xpo di Verona Fiere, emerge l'identikit del consumatore tipo:

  • ha più di 45 anni (appartiene ai baby boomer o alla generazione x);
  • è residente al Sud;
  • ha una famiglia con figli;
  • è sensibile ai temi della sostenibilità e legato propri territori.

 

L'origine dell'olio Evo è molto importante per 4 consumatori su 10; più del prezzo (18%) o della marca (15%). Dalla lettura dei dati ci pare però di vedere più di qualche ombra per il futuro. Come per tanti altri importanti settori dell'agroalimentare (per esempio l'ortofrutta) è oggi vitale fare conoscere i nostri prodotti alle generazioni più giovani.

Bisogna fare conoscere l'importanza della produzione nazionale in termini di tutela ambientale e di sostegno economico ai sistemi locali di produzione.

 

Comprare italiano (e anche locale) è importantissimo: le generazioni più giovani - sempre più lontane dalle tradizioni e dalle proprie radici culturali, continuamente bombardate di sollecitazioni da un'infinità di media - lo devono imparare. Come devono imparare a nutrirsi: gli effetti di cattive abitudini alimentari fra i giovani e i bambini sono oggi evidentissimi anche a livello epidemiologico.

 

Per quanto riguarda l'olio di oliva, la stessa indagine Nomisma ci indica che il 13% dei responsabili di acquisto è cosciente che il consumo di olio Evo abbia un benefico effetto sulla salute, effetto che il 36% del campione ritiene un'importante caratteristica. Potrebbero questi sembrare dati positivi; a nostro parere sono invece dati molto (ma molto) lontani dall'ideale. Gli effetti benefici dell'olio Evo sono conclamati da un immenso apparato di pubblicazioni scientifiche e perlomeno in Italia tutti i consumatori ne dovrebbero essere al corrente.

 

Bisogna lavorare molto per l'informazione e l'educazione alimentare e al consumo: è un'emergenza nazionale.